La cocaina veniva venduta 100 euro a dose e se si pensa che da un grammo ne ricavi 4, il valore della droga sequestrata è tra i più importanti che si sono registrati negli ultimi anni. 640 grammi quella ‘in pietra’, quindi purissima, finita sotto chiave ieri, assieme a oltre 4mila euro in contanti. Il fermo di polizia giudiziaria, che dovrà essere tramutato in arresto dal gip è scatto per due albanesi , che usavano un’abitazione di Santorso come quartiere generale. In cella sono finiti Indrid e Altin Tatani, fratelli. A loro, i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Schio sono arrivati dopo giornate di indagini, fatte di pedinamenti e appostamenti. Seguendo le mosse di uno dei due fratelli, che utilizzava una Golf bianca, i militari hanno scoperto l’attività di spaccio a cui sarebbero stati dediti . Nel primo pomeriggio di ieri , hanno applicato il fermo di indiziati a vario titolo, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso tra loro e commessi nell’arco temporale aprile-novembre 2021. Secondo l’accusa, i due albanesi vendevano droga a Schio, a Santorso e a Marano, almeno questi i tre comuni in cui sono stati provati i reati.
Tutti questi movimenti sospetti, nonché le molte persone incontrate che erano tossicodipendenti noti alle forze dell’ordine, avevano convalidato i sospetti iniziali sulle attività illecite dell’indagato.
Il prosieguo dell’attività investigativa aveva portato poi all’attenzione dei militari del Nucleo Operativo anche al fratello Indrit, ed un altro familiare che sembrava collaborassero attivamente con lui nello spaccio di sostanze stupefacenti.
I costanti pedinamenti avevano quindi permesso di ricostruire la rete di clienti dei due albanesi: molti di loro, successivamente interrogati negli uffici della caserma, avevano confermato di rifornirsi da loro di cocaina che pagavano 100 euro a dose. Alcuni, in particolare, avevano sottolineato che ciò accadeva già da circa tre anni e che, a volte, avevano ricevuto qualche dose in regalo; l’ipotesi è che probabilmente questo meccanismo servisse non solo ad assicurarsi la fiducia della clientela, ma anche a generare una maggiore dipendenza dalla stessa poiché, come testimoniato da alcuni acquirenti, nel tempo erano passati dal consumo di 2 o 3 dosi al mese a 1 dose al giorno, arrivando a contrarre debiti per poter effettuare una spesa mensile di oltre 3000 euro.
Gli elementi investigativi raccolti nell’indagine hanno confermato un volume d’affari pari a circa 500 mila euro che li portava a girare anche con 20 dosi di cocaina per volta per soddisfare le necessità clientelari che sorgevano di ora in ora, nonché la disponibilità di diverse abitazioni e garage a loro in uso utilizzati per svolgere la loro attività illecita. La droga desiderata dai consumatori veniva solitamente ordinata al telefono.
Un’inchiesta di grande valore, quella portata a segno dai carabinieri di Schio, che hanno sottratto al mercato dello spaccio un notevole quantitativo di cocaina purissima, che sarebbe finita nelle tasche e nel consumo dei nostri ragazzi. Le indagini dei militari proseguono per capire dove gli spacciatori si rifornissero e come mai avessero così tanta disponibilità di coca.
N.B.