di Federico Piazza
Si è tenuto a Santorso il 25 e 26 febbraio il ventesimo congresso quadriennale di Fim Cisl Vicenza, che ha delineato obiettivi e strategie per il futuro del principale sindacato provinciale dei metalmeccanici. AltoVicentinOnline ha parlato con il segretario generale, Davide Passuello, che sottolinea la questione aperta del rinnovo del contratto di categoria scaduto nel 2024. Dopo sedici ore di sciopero nazionale negli ultimi due mesi le posizioni tra sindacati e imprese rimangono molto lontane. Nel frattempo la crisi morde l’industria e le ore di cassa integrazione in provincia sono al massimo dai tempi del Covid .
Che prospettive ci sono per il rinnovo contrattuale?
«La trattativa è stata interrotta in maniera irresponsabile da Federmeccanica che lo scorso novembre ha presentato una sua piattaforma di proposte assolutamente fuori linea rispetto a quella unitaria Fim-Fiom-Uilm, che era stata votata dal 98% dei lavoratori. Occorre riprendere il dialogo. Al momento siamo impegnati in azioni di sciopero per far tornare le imprese al tavolo della trattativa».
Che cosa vi distanza di più dalla contro parte?
«L’aspetto salariale. Federmeccanica vuole che gli aumenti siano legati solo all’indice dell’inflazione. Il sindacato invece si aspetta che, come è stato fatto sinora, ci sia anche una componente sugli investimenti che le aziende fanno sui lavoratori, assicurando quindi incrementi certi per il futuro. Occorre riconoscere il valore economico delle competenze dei lavoratori. Inoltre Federmeccanica vorrebbe allungare da sei a dodici mesi i tempi per riconoscere in busta paga l’adeguamento dei salari all’indice d’inflazione Ipca dei prezzi al consumo al netto dei veni energetici importati. Fim Cisl propone invece un contratto che guarda al futuro per migliorare la qualità della vita con sperimentazione della riduzione di orario, sviluppo della contrattazione di secondo livello che è presente solo nel 30% dele aziende, formazione, ampliamento del welfare, e soprattutto un metodo efficace in merito alla salute e ala sicurezza di chi lavora».
Veniamo da anni di alta inflazione. Che risultati ha dato il meccanismo di adeguamento dei salari?
«Lo schema del modello contrattuale sinora applicato ha triplicato l’erogato aggiuntivo rispetto a quanto previsto per il quinto livello della meccanica, da 130 a 310 euro l’anno».
Come è stata l’adesione all’ultima giornata di sciopero unitario di categoria del 24 febbraio?
«Nelle aziende meccaniche del Vicentino si è arrivati mediamente all’80% sulle otto ore. Precedentemente avevamo suddiviso quattro ore a dicembre e quattro a gennaio, per ridurre il peso della mancata retribuzione visto che purtroppo in questo periodo Vicenza è anche la provincia veneta più colpita dalla cassa integrazione. In scia al forte aumento nella seconda metà del 2024, a inizio 2025 le ore sono infatti quasi triplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».
E le crisi aziendali dell’Alto Vicentino?
«Recentemente nella meccanica non sono state aperte nuove procedure di licenziamento collettivo. Ma molte aziende della zona stanno soffrendo, in particolare nella filiera della componentistica auto. Segnaliamo invece la chiusura della vertenza della Agco Italia di Breganze, dove grazie anche al ruolo della Regione Veneto nel tavolo di crisi siamo riusciti a ridurre gli esuberi, che alla fine sono stati meno di una decina».
Veniamo alle prospettive di Fim Cisl Vicenza delineate dal congresso di Santorso. Come sta cambiando la rappresentanza sindacale nella meccanica?
«Aumentano gli impiegati, che su 330 delegati sindacali Fim Cisl Vicenza sono ormai quasi il 20%. Del resto gli impiegati sono oggi il 51% dei dipendenti delle aziende meccaniche vicentine, con esigenze spesso diverse dagli operai. L’immaginario collettivo continua ad associare la meccanica quasi solo agli operai, ma molto è cambiato. Aumentano poi i delegati donne e quelli di nazionalità estera, che sono arrivati al 14%».
Sul ruolo dell’immigrazione nel mondo del lavoro quel è la vostra posizione?
«La cosiddetta “religione del filo spinato e dei muri” per proteggerci dall’invasione degli stranieri non esiste dentro le aziende. Siamo tutti colleghi. Il problema è la cultura fuori dal posto di lavoro, che va cambiata. È evidente che la forte denatalità e la crisi demografica che ne consegue comportano l’esigenza di accogliere e formare forza lavoro straniera. Servono accordi internazionali con i Paesi d’origine, va superata la logica del click day per le regolarizzazioni di persone che sono già sul territorio. Abbiamo bisogno anche di diplomati e laureati di origine straniera. A tal proposito il congresso provinciale della Cisl il mese prossimo lancerà delle partnership con aziende e investimenti privati per far arrivare lavoratori formati dall’estero».
La questione demografica richiama il tema dei giovani. Oggi quanti iscritti avete e qual è l’età media?
«Nel 2024 siamo risaliti a circa 7400 iscritti in provincia, dopo che nel periodo Covid eravamo scesi a poco più di 6000 perché molti non avevano rinnovato la tessera in disaccordo con la politica sul Green Pass. Come numero di rappresentati eletti sul totale di iscritti Fim Cisl Vicenza rimane il sindacato della meccanica più rappresentativo della provincia. Per quanto riguarda l’aspetto demografico, inevitabilmente rispecchiamo la tendenza generale della società. L’età media degli iscritti è in aumento, e infatti tra gli obiettivi delle tesi congressuali c’è l’avvicinamento dei giovani al sindacato, a cui dare voce e che possono portare l’impegno come delegati su come vogliono contribuire a costruire il futuro. Indispensabile è il dialogo intergenerazionale e il coinvolgimento in modo che entrino in prima persona nel dibattito, ma soprattutto nelle decisioni».