“Non sta a noi dire se sia giusto o meno procedere all’ampliamento del termovalorizzatore di Schio, ma una cosa è certa: occorre andare nella direzione del riutilizzo, del riciclo di materiale e del recupero energetico. Soltanto così sarà possibile valorizzare i rifiuti. Se decidessimo di sostituire il termovalorizzatore di Schio, che ogni anno tratta 83558 tonnellate di rifiuti, producendo energia elettrica per 24300 MWhe, con dei pannelli fotovoltaici e le relative infrastrutture, bisognerebbe installarne 31151, che occuperebbero un’area corrispondente a 22/25 campi da calcio”. Con queste parole ieri sera, all’auditorium comunale di Marano Vicentino, è intervenuto l’ing. Andrea Alessandro Marsiglio, nell’ambito dell’incontro pubblico “La gestione dei rifiuti in Italia e l’analisi critica del ruolo dei termovalorizzatori all’interno della gerarchia dei rifiuti”, promosso dal CIRCOLO ACLI MARANO VICENTINO aps, con il patrocinio del Comune di Marano Vicentino, introdotto dal presidente del Circolo Carlo Cavedon.

“La raccolta differenziata come il riciclo sono ancora molto carenti – ha spiegato Marsiglio – e questo significa che i rifiuti non vengono valorizzati e spesso gli impianti di trattamento sono troppo pochi o inefficienti e molti dei rifiuti prodotti sono destinati allo smaltimento in discarica”.

In questo contesto, inevitabilmente, i termovalorizzatori rappresentano una possibile soluzione. “Il tema dei termovalorizzatori è spesso esaltato o demonizzato in base a considerazioni politiche, ideologiche o puramente economiche – ha aggiunto Marsiglio – trascurando il suo collocamento all’interno della scala gerarchica e all’interno dell’economia circolare. Il recupero energetico pur svolgendo un ruolo utile, consuma risorse e provoca un’alterazione ambientale, per questo lo si colloca nel penultimo gradino della scala gerarchica. Logicamente la termovalorizzazione dei rifiuti è preferibile rispetto allo smaltimento in discarica che arreca un danno quasi otto volte maggiore e secondo questa logica se il rifiuto non viene riutilizzato o riciclato può essere incenerito. Questo concetto spesso viene frainteso e, come succede in Europa, si predilige l’incenerimento dei rifiuti rispetto alla loro valorizzazione nel riuso e nel riciclo”.

Il vantaggio offerto dal termovalorizzatore è il suo funzionamento continuo. “L’impianto funziona 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Nel 2024 il termovalorizzatore di Schio – ha concluso Marsiglio – ha prodotto 36771 MWhe, di cui auto consumata 12.480 Mwhe, per un totale di energia elettrica ceduta di 24.300 MWhe. I rifiuti trattati nell’impianto sono: stati 57.800 tonnellate (rifiuti urbani), 22366 tonnellate (rifiuti speciali), 3393 tonnellate (rifiuti sanitari). Per un totale di rifiuti trattati pari a 83.558 tonnellate. I rifiuti in uscita dall’inceneritore nel 2024 sono stati: 12963 tonnellate (ceneri pesanti), 3236 tonnellate (ceneri leggere), 1588 tonnellate (residui di trattamenti) esportate in Germania. Il totale dei rifiuti in uscita è stato di 18217 tonnellate”.

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