Malafede, ignoranza, sudditanza o faccia tosta? E’ quello che ci si chiede leggendo il comunicato stampa della Ulss 7 dei giorni scorsi, dove l’assessore Manuela Lanzarin, dg, vertici Ulss , consiglieri regionali e sindaci “civici” si mettono in bella mostra propagandando una inaugurazione, con tanto di taglio del nastro del Centro di Salute Mentale (CSM) di Schio.
“L’ennesima fanfara propagandistica, poco rispettosa del disagio che stanno vivendo le persone con problemi di salute mentale e le loro famiglie, per un diritto che rimane ancora parzialmente negato”, definiscono questa pagliacciata Carlo Cunegato e Giorgio De Zen da Schio.
Perchè non si ha il coraggio di dire la verità? Al Dipartimento che non è un Csm arrivano 1 specializzando e 1 nuovo psichiatra. Ma queste belle statuine dimostrano di non aver ascoltato i cittadini che da anni soffrono in silenzio con casi di disabilità molto gravi che ad un certa età non riesci più a gestire, non sanno quello che fanno quando si mettono davanti ai teleobbiettivi dei fotografi per posare e andare sui giornali per raccontare menzogne che sono un insulto a chi vive una vita dui dolore da una vita. Potreste almeno fare evitare di fare conferenze stampa per raccontare parziali verità? Per spacciare l’arrivo di un piccolo aiuto in una realtà, che andrebbe smontata e ricostruita per dare veramente aiuto ai cittadini che sono alle prese con i disturbi mentali dei loro congiunti?
Come stanno veramente le cose
“Sono stati invitati per mail, un paio di giorni prima, sindaci, consiglieri regionali, associazioni, ma non si informa la popolazione. Paura di contestazioni? La Lanzarin è stata da poco contestata nel Veneziano per la posa della prima pietra di una Casa della Comunità, laddove mancano medici di base e infermieri – è l’unico ad avere il coraggio di dire le cose come stanno i soliti Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, che dimostrano comunque di avere un dialogo ed una vicinanza con il mondo della disabilità psichiatrica dell’Alto Vicentino – . Anche questa inaugurazione ha poco di concreto da inaugurare. Il CSM non è ancora tornato operativo com’era un tempo, aumenteranno solo le visite mediche. Quasi tutti i pazienti di Schio, dicono, non dovranno più andare a Thiene per i controlli. Per le famiglie , che purtroppo sanno la differenza tra un CSM, di cui avrebbero diritto, e un ambulatorio di psichiatria. Dopo che la rivoluzione basagliana chiuse i manicomi, i Centri di Salute Mentale sono diventati quei luoghi, disseminati nei territori, dove la persona e la famiglia sono sempre accolte e trovano risposta alle loro esigenze di cura, ma anche di vita. Deve esserci una equipe multidimensionale, fatta di psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali, che non si limitano alla diagnosi o a prescrivere farmaci, ma organizzano attività di recupero e di integrazione sociale. Secondo la legge regionale deve essere aperto 12 ore al giorno dal lunedì al venerdì e 6 ore al sabato. Questo è invece un ambulatorio dove si trovano cure farmacologiche per attenuare/eliminare i sintomi della malattia mentale. Aumentare da 3 a 5 mattine l’apertura del CSM è una buona cosa, ma non c’è nulla da festeggiare, perché c’è ancora tanta strada da fare, solo per tornare dove si era già arrivati: il CSM di Schio ha 35 anni, era una eccellenza e al suo interno svolgeva molteplici attività. E poi bisognerebbe continuare, comprendere i nuovi bisogni, specie nei giovani, aiutarli perché loro sono il futuro”, conclude Coalizione Civica.
Carissimi sindaci che dovreste essere dalla parte del popolo, che rappresentate con quella fascia tricolore che probabilmente indossate con leggerezza quando andate a presenziare a certi eventi di pure propaganda, prendetevi la briga di essere veramente i rappresentanti dei cittadini. Prima di buttarvi sotto i riflettori, accertatevi che la vostra presenza sia autentica garanzia di verità altrimenti quel “palcoscenico” sul quale vi piazzate pur di fare la vostra comparsata, si rivelerà quell’autogol che vi farà perdere la faccia. Perchè non siamo tutti cittadini ignari, tra noi ci sono addetti ai lavori e genitori che patiscono sulla loro pelle il non poter avere servizi compatibili con i nostri drammi. Risparmiateci almeno la presa in giro. Grazie.
Natalia Bandiera