Un’azione di concerto tra le amministrazioni comunali, cooperative, fondazioni e altri enti territoriali, offrirà a 16 cittadini residenti una opportunità occupazionale a tempo determinato per 20 ore settimanali, in lavori e servizi di pubblica utilità.
“ Recuperare il senso di una pianificazione territoriale è il miglior strumento per una programmazione inclusiva, che generi coesione e anche per un nuovo “patto” tra territori, del quale il Paese ha molto bisogno”. Risiede in queste parole la visione che l’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti si è data nell’ampio disegno di progettazione finanziato nel 2022, in attuazione n e l 2023 e che avrà ricadute importanti anche negli prossimi anni.
Tra i diversi progetti, finanziati attraverso bandi o fondi regionali, per un impegno complessivo di 7 milioni e 400 mila euro, c’è una parte rivolta al sociale tra cui il cosiddetto LPU (Lavori di Pubblica Utilità). Intrapreso già nel 2022 con una prima edizione, e un finanziamento della Regione del Veneto di circa 230 mila euro, ha visto l’Unione fare da capofila di sedici comuni (alcuni extra Unione Montana) per offrire opportunità lavorativa persone disoccupate e/o tutelate da leggi speciali. In pratica, i comuni hanno segnalato gli ambiti di pubblica utilità (servizi di custodia edifici, manutenzione verde pubblico, pulizie, assistenza scolastica, ecc.) e hanno provveduto alle selezioni dei beneficiari della proposta occupazionale. L’Unione Montana ha formalizzando il “matching” tra le cooperative che si sono rese disponibili a farsi carico delle assunzioni dei beneficiari.
Nel 2022 sono stati avviate 33 proposte occupazionali, da 13 cooperative per sei mesi. Due di queste persone hanno ottenuto in seguito un contratto a tempo indeterminato.
Per il 2023 l’analogo progetto, che parte in questi giorni, ha avuto dalla Regione un finanziamento di 136 mila euro, hanno aderito nove comuni dell’Unione più il comune di Malo. Le selezioni si sono svolte nel mese di agosto e si sta ora procedendo agli abbinamenti. Entro fine 2023 già alcune persone inizieranno il proprio periodo di lavoro per i successivi sei mesi. Lo stipendio e la formazione/tutoraggio per ciascun lavoratore sono finanziate da Regione Veneto per 6000 euro e dai singoli comuni per 2000 euro.
E non c’è soltanto l’occasione di lavoro per queste persone, perché il progetto prevede anche l’affiancamento di ENAC, ente di formazione, in percorsi di accompagnamento e tutoraggio dei lavoratori, in modo da fornire loro competenze utili anche in seguito e magari agganciarli per successive proposte.
“ Questo tipico esempio di parternariato pubblico/privato mostra come si possa fare rete sociale sul territorio, – dichiara Carlo Bettanin presidente dell’Unione – non solo mettendo insieme domanda e offerta, ma andando a compiere anche un’azione di tutela e supporto verso persone svantaggiate”.
Il bando regionale esce entro marzo di ogni anno. I beneficiari devono essere residenti nei rispettivi comuni. Gli ambiti di pubblica utilità sono individuati dai singoli comuni e le cooperative del territorio hanno sempre fornito importante supporto all’operatività del progetto. È chiaro dunque che c’è una grande disponibilità reciproca per il raggiungimento di un obiettivo sociale