Il lavoro del politico è una priorità e non permette (troppe) assenze. Se sei incinta (o ti ammali), meglio dimettersi che farlo male, arrivando in ritardo e senza dedicare il giusto tempo a questo compito. Farlo con le “mezze misure” sarebbe poco rispettoso degli altri consiglieri e dei cittadini. È sconcerto per le parole di Silvia Colombo, una consigliera comunale di Fratelli d’Italia di Treviglio, in provincia di Bergamo, che oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale se n’è uscita con queste affermazioni retrograde, che vanno nella direzione opposta alla tanto invocata conciliazione dei tempi vita-lavoro sempre più vista come un obiettivo irrinunciabile di una società avanzata. Che non relega le donne a ‘fare le mamme’, rimettendoci il lavoro, ma permette loro di lavorare e avere figli. Di cosa si discuteva? Di una mozione, presentata dal Pd, per chiedere la possibilità che le donne in gravidanza e i neo genitori potessero partecipare al Consiglio comunale da remoto.

LE PAROLE DI SILVIA COLOMBO: “CI VUOLE RISPETTO”

Ecco cosa ha detto Silvia Colombo: “È ovvio che nella vita ci sono delle priorità, ma se uno ricopre la carica di consigliere comunale al primo posto deve metterci la partecipazione. Poi nella vita capitano cose belle come la nascita di un figlio o cambiare la carriera lavorativa, o cose brutte come la malattia. Allora forse bisogna riguardare le proprie priorità. La partecipazione alla vita del consiglio comunale può diventare secondaria ed è lecito che lo sia, perchè appunto nella vita può capitare di tutto. Ma a quel punto la vera forma di rispetto per chi partecipa e nei confronti di chi ci ha votato è quella di dimettersi e lasciare posto a chi ha la possibilità di dedicarsi pienamente, senza trovare mezze misure, come quella di arrivare spesso in grande ritardo o nel collegamento da remoto”. Le parole della consigliera hanno ovviamente suscitato una valanga di polemiche: a diffonderle, pubblicando il video su Instagram, è stata la capogruppo dem Matilde Tura, che quando ha sentito la parola “dimettersi” ha sgranato gli occhi senza riuscire a nascondere lo stupore. Per la cronaca, parole choc a parte, la mozione è stata bocciata dalla maggioranza di centrodestra.

Questo il commento della capogruppo Matilde Tura: “Credo che il compito della politica e delle istituzioni – siamo vicini all’otto marzo – sia quello di rimuovere concretamente tutti gli ostacoli, grandi o piccoli che siano, che soprattutto le donne ancora oggi hanno nel dare il loro contributo alla società, in ambito lavorativo, nella politica, in tutti i settori”. Il capogruppo Pd in Regione Lombardia, invece, Pierfrancesco Majorino, chiama in causa direttamente la premier Giorgia Meloni: “Mi piacerebbe sapere il suo parere su un tema di questo tipo visto che stiamo parlando di Fratelli d’Italia”.

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