Maria Pellegrina Amoretti nacque a Oneglia (Imperia) il 12 maggio 1756, dimostrando presto eccezionali doti di apprendimento e predisposizione per gli studi giuridici. Figlia di Francesco e Maria Pietralata, nonché nipote di Carlo Amoretti, un illustre studioso e intellettuale di Oneglia, fin da bambina studia e impara greco, latino e filosofia. Inizia ad accostarsi alla giurisprudenza grazie ai libri del fratello e prosegue negli studi privatamente.
Nata da famiglia benestante sotto il dominio dei Savoia, era destinata a bruciare le tappe: a soli 12 colloquiava in greco e latino, quindicenne dissertava di filosofia e fisica: a quell’età presentò ben 77 tesi di filosofia nell’Oratorio dell’Unione, dove si riunivano le confraternite. Frequentò il Collegio delle scuole pie in cui insegnava l’abate Gaspare Morardo, filosofo e umanista. Nonostante le indubbie doti faticò a laurearsi a causa dei preconcetti verso le donne: fu rifiutata dall’ateneo di Torino. La sua domanda di laurea fu accolta solo dalla Regia Università di Pavia col benestare del Governo della Lombardia austriaca. A Pavia venne dispensata dall’obbligo di seguire il consueto percorso degli studi e, bruciando le tappe, nel 1777, all’età di 21 anni sostenne l’esame di laurea, accompagnata dal padre e dal precettore, il dottor Gaspare Morardo. Ottenne il riconoscimento all’università di Pavia, dove accanto alla corona di alloro le furono consegnati un «dottorale anello» e una ricca «ciarpa». L’evento fu ampiamente sfruttato come operazione pubblicitaria dal governatore austriaco, il conte Firmian. In accordo con i regnanti, promotori proprio in quegli anni di un’importantissima riforma dell’Università, di carattere sia didattico-scientifico che architettonico, egli diede rilievo all’avvenimento e organizzò la giornata con grande pompa, come raccontano le cronache dell’epoca. Era il 25 giugno 1777: la seduta si svolse nella Chiesa del Gesù, non più esistente, che sorgeva in Strada Nuova, proprio di fronte all’attuale Università, dove ora si trova il palazzo della Provincia. In presenza del Rettore prof. Borsieri, di nobildonne, alti prelati e professori, la candidata discusse in modo ammirevole in latino e il prof. Cremani, suo relatore, tenne un discorso in cui si celebravano le donne che si dedicano agli studi, con una difesa del diritto alla cultura fino ad allora appannaggio di pochissime privilegiate. Le viene, infine, conferita la Laurea “in utroque iure”, cioè in entrambi i diritti: civile e canonico, vestiva il lauro all’università di Pavia, diventando giurista è stata quindi la prima in assoluto a fregiarsi del dottorato in Giurisprudenza, per la precisione in «Ragion civile»
Le cento tesi della discussione sono dedicate all’arciduchessa d’Austria Maria Beatrice di Modena, che avrebbe ricambiato con un dono la cortesia, durante una visita a Oneglia nel 1784. Parole di ammirazione spesero per lei 73 poeti fra cui Giuseppe Parini che, celebrò con un componimento poetico dal titolo “La Laurea”, citato nella lapide murata accanto a quella ricordata sopra, nel cortile di Volta: “Ed or che la risorta insubre Atene, con strana meraviglia, le lunghe trecce a coronar ti viene, o di Pallade figlia, io, rapito al tuo merto, fra i portici solenni e l’alte menti m’inoltro, e spargo di perenni unguenti il nobile tuo serto”. Dopo la laurea Maria Pellegrina Amoretti tornò ad Oneglia, dove continuò a dedicarsi agli studi. Morì di tisi nel 1787, a soli 31 anni e, e il suo trattato sull’istituto della dote nel diritto romano, De iure dotium apud Romanos, verrà pubblicato postumo. (Milano 1788) dal suo agnato e noto poligrafo Carlo Amoretti.
Maria Pellegrina Amoretti fu una femminista ante litteram, che sostenne i diritti civili alle donne nelle riunione del Circolo costituzionale a Milano. A Imperia le è intitolata la strada che da via S. Giovanni, accanto all’omonima basilica, conduce in via Amendola e, porta il suo nome la scuola primaria di Diano San Pietro, ma anche una strada nel rione genovese di Sampierdarena.
Per un approfondimento vedi: Giovanna Visintini, La prima donna giurista in Italia (Maria Pellegrina Amoretti), in Materiali storia cultura giuridica fondati da G. Tarello, 1998
Fonti e foto dal web
Maria Pellegrina Amoretti
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