A me piace pensare a ‘La Toscana delle donne’ come a un cammino. E durante questo percorso ho pensato, forse da madre, che sarebbe stato bello fare un racconto alle figlie, alle nuove generazioni, di questo lungo viaggio, di questa staffetta iniziata dalle nonne, proseguita da noi e che verrà raccolta dalle ragazzine”, le donne di domani che riceveranno il testimone della lotta per i diritti. Il romanzo di Cristina Manetti, giornalista, capo di gabinetto della Regione Toscana, presidente del Museo Casa di Dante, ideatrice e animatrice di ‘La Toscana delle donne‘ (progetto della Regione contro le discriminazioni di genere e per promuovere i diritti e i talenti delle donne), parte da qui, come spiega all’Agenzia Dire. Con “A Penelope che prende la valigia”, romanzo epistolare edito da Giunti (presentato alle 18.30 alla Giunti Odeon di Firenze con Maria Elena Viola, direttrice di Donna Moderna, e Nancy Brilli), l’autrice si rivolge alla figlia dodicenne per parlare alle donne del futuro, ma anche “ai ragazzi, perché questa battaglia di civiltà è di tutti”.

LE PAROLE SULLA STRADA DEI DIRITTI

Un viaggio in cui si mescolano le conquiste delle donne, “penso al voto, alla legge sul divorzio, all’aborto, all’abolizione del diritto d’onore, del matrimonio riparatore”, e più di 20 parole infilate in valigia da Manetti (come coraggio, speranza, libertà, gentilezza, allegria, immaginazione, viaggio, tenacia, compassione, futuro, generosità, cambiamento).
“Ritrovare il senso vero delle parole aiuta questa battaglia, visto che molto si gioca sul piano culturale e gli stereotipi. Così ne ho selezionate alcune cercando di raccontarle attraverso delle lettere, che è anche un modo semplice per leggerle”, dice ancora Manetti. Le parole intese, quindi, come una sorta di bussola utile per il proseguo del viaggio nella strada dei diritti: “Sono esempi, riferimenti che mostrano come in realtà quello che pensiamo noi oggi l’ha vissuto qualcuno prima noi e verrà rivissuto sicuramente da qualcuno dopo, così da farci sentire meno soli in questo viaggio. La condivisione, infatti, è già uno degli ingredienti fondamentali dei viaggi”.

E di condivisione ne serve a strati ancora, ragiona, visto che la parità di genere “è una meta non lontanissima, ma ancora lontana. Sicuramente sono stati fatti tanti passi avanti e vanno tenuti stretti i traguardi raggiunti, perché basta guardarsi intorno, anche oltre i nostri confini, per vedere tanti passi indietro”. C’è da insistere, ancora, “sui diritti al lavoro, visto che ancora non c’è una reale parità salariale. E non abbiamo raggiunto una reale parità di rappresentanza”. Ma soprattutto resta intero il dramma della violenza di genere che “ogni volta ci scuote, ma che si lega al percorso per l’affermazione dei diritti”.

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