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‘La bella Elvira’, storia di un femminicidio irrisolto

La morte, violenta, di una giovane donna di origine contadina, il cui corpo fu ritrovato alla vigilia delle nozze in un bosco a Toiano, in provincia di Pisa, con la gola tagliata e i segni di altre coltellate inferte dopo la sua morte. Era il 1947, la vittima si chiamava Elvira Orlandini e il suo fu un caso, mai risolto, che avrebbe potuto avere un contesto storico più recente, ad esempio tra il 1968 e il 1985. È in quegli anni, infatti, che quello che sarà chiamato Mostro di Firenze lascerà dietro di sè una lunga scia di sangue fatta di otto duplici omicidi: si trattava di coppie che sceglievano di appartarsi per vivere un po’ di intimità e alle donne, vittime, il ‘Mostro’ asportava parti anatomiche. Elvira Orlandini, la ‘bella Elvira’ come veniva chiamata, sarebbe stata la vittima perfetta in quel copione di rito macabro e sangue che il Mostro, insieme a Pietro Pacciani, Mario Vanni, Giancarlo Lotti, e ai famosi ‘compagni di merende’ indicati quali autori materiali degli omicidi, lascerà in quelle notti di boschi e strade isolate che tennero nella paura a lungo tanti italiani. Eppure Elvira, lontana di troppi anni e tanti misteri, con quelle vittime non aveva nulla a che fare. A raccontarne la storia Bettina Ferretti, autrice di ‘Corpus Domini. Il caso Orlandini’. “Quello di Elvira è un femminicidio di fatto- ha detto- Ne ha le caratteristiche. Gli omicidi di uomini avvengono per mano di sconosciuti, malavitosi. Quelli delle donne in condizioni amicali, sentimentali, familiari”. Oggi “avviene una mattanza, le cause si vanno a ricercare nell’educazione delle mani che le uccidono”.

Qui, secondo l’autrice, diventa fondamentale capire “quale tipo di campanello, di allarme scatta. È brutto difendersi dai familiari, riconoscere determinati atteggiamenti senza giustificarli per forza”. Alla conferenza di presentazione, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, ha presenziato la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, membro della Commissione Antimafia, prima firmataria della relazione sui legami tra la scomparsa di Rossella Corazzin e il mostro di Firenze: “È sempre di attualità il giustificazionismo di chi ha fatto del male, un femminicidio”. A proposito dell’opera di Bettina Ferretti, nel libro ricorda che quando Elvira non più vergine fu messa sul banco degli imputati, lei giudicata, commentata. “Chi era sotto processo- ha detto ancora la deputata del M5s- fu accerchiato dal tifo di assoluzione e questo succede ancora oggi. Il suo fu uno dei primi casi di cronaca nera. Lei, come è scritto nel libro, fu una vittima moderna in tempi antichi. Oggi viene ammazzata una donna ogni 3 giorni, nonostante 40 anni di leggi che vogliono contrastare questa violenza. Perché non funziona? la violenza sulle donne è anche e soprattutto un problema culturale”.