Labbra carnose in vista ed è subito polemica. Questa è la storia di una ragazza, Laura Ferma, che su Tik Tok ha decisodenunciare con un video chi l’ha bullizzata con insulti gratuiti solo per aver recensito un rossetto, trasformando una normale condivisione in un incubo digitale. Abituata a condividere le sue opinioni su prodotti acquistati alla Lidl con oltre 800 mila iscritti di una pagina Facebook, si è ritrovata sommersa da insulti e commenti negativi, ricevendo più di 1500 commenti carichi di insulti.
La dinamica sembra quasi surreale: Laura, dopo aver visto la recensione del medesimo rossetto, si lascia ispirare e decide di acquistarlo incuriosita. Una volta provato su se stessa se ne innamora e decide di consigliarlo a sua volta, in modo da poter aiutare altre donne. La sua recensione di Laura, dettagliata e appassionata, mira a condividere infatti un’esperienza personale positiva. Eppure, l’esito è lontano da quanto si potrebbe aspettare.
“Quando l’ho provato l’ho trovato bellissimo e morbido. Mi capita spesso di fare queste recensioni, amo comprare da Lidl e dare dei consigli ad altre donne,” racconta la ragazza nel video dopo l’attacco, sottolineando il suo impegno nel supportare e consigliare altre donne, in linea con il suo lavoro di aiuto al miglioramento femminile.
“Ci ho messo la faccia, il numero del rossetto e tre foto perché le luci ne riflettevano il colore in modo diverso. Apriti cielo. Ho ricevuto insulti di ogni genere da donne, uomini, tantissimi commenti di una cattiveria gratuita”. La pagina Facebook in questione conta più di 800 mila iscritti e la ragazza dimostra nel video, attraverso uno screenshot, di aver ricevuto oltre 1500 “mi piace” e altrettanti commenti di cui, come lei stessa dichiara, la maggior parte di insulti.
E qui la riflessione di Laura si fa più profonda: “Sono una donna matura che non si lascia condizionare da queste situazioni. Mi hanno fatto male ma vado oltre. Ma se al posto mio ci fosse stata una ragazzina sensibile? Con quello che accade ogni giorno, la cronaca che riporta ormai quotidianamente di persone e ragazzi bullizzati che arrivano magari anche a fare gesti estremi. Prima di scrivere cattiverie che nessuno vi ha chiesto e che magari quella persona non merita, pensateci un migliaio di volte o non scriverlo, tanto il vostro cattivo pensiero non interessa a nessuno.”
Il bullismo sui social è micidiale tanto quanto quello di presenza. Pesanti cattiverie vengono ‘vomitate’ attraverso il web ogni giorno, ora dopo ora, senza pensarci, senza sapere chi le riceverà, quanto quelle parole possano segnarle e quanto possano essere letali. C’è chi ha preso le difese della ragazza, avvisando prontamente gli amministratori di questo linciaggio gratuito mediatico, i quali si sono affrettati a cancellare i commenti più cattivi. Infatti, ad oggi il post conta solo 537 commenti rispetto agli olte 1500 precedenti. Possiamo solo immaginare cosa ha dovuto subire questa ragazza. “Avevo preso due rossetti e volevo far vedere l’effetto anche dell’altro. Non mi fermerò, continuerò a recensire perché non sono io che sbaglio e so di non fare male a nessuno, anzi, posso essere utile.”
L’attacco ricevuto solleva questioni profonde sul funzionamento delle dinamiche sociali online. Come si può scatenare un tale livello di aggressività per una semplice recensione su un rossetto? Laura, con maturità e determinazione, si pone al di sopra del bullismo, ma non manca di riflettere sull’eventuale impatto devastante che simili attacchi potrebbero avere su individui più vulnerabili.
La difesa di Laura da parte di alcuni utenti e l’intervento degli amministratori della pagina, che hanno cancellato i commenti più offensivi, mostra una comunità online capace di autoregolamentazione. Tuttavia, il dubbio permane: perché Laura è stata bersagliata mentre altre recensioni simili ricevono feedback positivi? Scorrendo infatti nei post precedenti al suo si trovano altre ragazze bellissime che hanno recensito il rossetto. Allora ci si chiede, perché Laura è stata bersagliata mentre altre ragazze no? Esiste forse un modo “corretto” di indossare un rossetto per non sembrare “provocanti”? O è piuttosto il riflesso di una mentalità distorta che necessita di essere indirizzata e corretta?
La storia di Laura non è solo una questione di bellezza o di prodotti cosmetici, ma un simbolo della lotta contro una cibercultura tossica che, troppo spesso, supera i limiti dell’accettabile. Resta da chiedersi, dunque, quando impareremo a valicare il confine tra la libertà di espressione e il rispetto dell’altro, ricordando che dietro ogni schermo c’è una persona reale, con emozioni e vulnerabilità.
Laura San Brunone
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