“Questa porchetta è la più buona del mondo, molto meglio di quella di Ariccia”. Parola di Alida Valli, che si è fermata a mangiare all’Albergo della famiglia Cunico durante le riprese del film ‘Senso’ di Luchino Visconti.
Attori di fama internazionale ed un set hollywoodiano tra Villa Godi Malinverni, le colline di Lugo e il Municipio di Zugliano, con la pasticceria e l’albergo della famiglia Cunico a fungere da ristoro durante la pausa pranzo.
Peccato per la Valli che non ha la possibilità di venire oggi a farsi un caffè da Roberto e Giuseppe Cunico. Sul gran banco di pasticceria troverebbe un altro piatto caratteristico, il gatto, pensato apposta per i vicentini notoriamente ‘magnagati’ ed elaborato con ironia ed uno stile inconfondibile: il gatto non è una bestiola cotta in umido, è semplicemente una torta.
Roberto e Giuseppe, rispettivamente perito tecnico ed ingegnere, hanno raccolto l’eredità dal papà Aldo, che ha proseguito l’attività di panificio di famiglia e ha aperto la strada all’attività di oggi. Nati non per essere pasticceri, si sono presto resi conto che l’attività di famiglia non poteva andare perduta e pur avendo frequentato corsi di studi decisamente fuori binario, hanno preso l’abecedario del papà e l’hanno adattato ai tempi. “Ci capita di incontrarci spesso con pasticceri formati in scuole da professionisti – ha commentato Roberto Cunico – i quali hanno una grandissima cultura in fatto di dolci. Io e mio fratello abbiamo imparato con il fai-da-te, grazie ai consigli di papà e usando l’arte della sperimentazione. In questo modo abbiamo buttato al vento tonnellate di ingredienti, perché prima di fare una torta giusta ne fai 10 di sbagliate, però poi abbiamo recuperato. Capita che ci vogliano anni per perfezionare una ricetta, ma non bisogna smettere di provare. Ora – ha concluso – siamo in grado di produrre pezzi da capogiro”.
Zugliano ancora come Hollywood? A giudicare dal grande flusso di clienti che affollano la pasticceria in un grigio martedì pomeriggio di gennaio, si direbbe di sì.
“Si sente la crisi – ha sottolineato Roberto – e la gente acquista meno. Ma non si rinuncia al buono. Ci siamo specializzati con le esigenze di oggi, come intolleranze, glutine, diabete. Una cliente di Brescia ha comperato la nostra ‘bresciana’ e quando è tornata è venuta appositamente a dirci che è migliore di quella della sua terra. Un altro segno di fiducia è dato da quei clienti che vengono una o due volte l’anno e vogliono la torta dell’anno scorso, dando per scontato che, vista la bontà e unicità del prodotto, noi ricordiamo di che torta si tratti”.
E che cosa ci fanno tutti quei gatti glassati e invitanti che inneggiano ai peccati di gola?
“Siamo notoriamente magnagati – ha spiegato Giuseppe Cunico – e abbiamo voluto rendere omaggio a questo vecchio detto popolare. Facciamo paste e torte a forma di gatto e quando ci sono occasioni particolari facciamo gatti a tema. Per la Festa della Repubblica abbiamo fatto una torta con il gatto-Garibaldi tutto pronto in attesa che la sua Anita che gli stirasse le mille camice. Un successone divertentissimo. E quando Bigazzi ha dato in Rai la ricetta del gatto noi gli abbiamo risposto con una torta: un pentolone con dentro Bigazzi e un gatto-cuoco che rimestava gli ingredienti”.
I clienti sono affezionati oggi come allora? O con l’avvento dell’era moderna, in cui tutto è usa e getta, anche la pasticceria soffre della competizione dei centri commerciali?
“Abbiamo fatto noi una torta per il Carrefour, per ben 1.200 persone – ha commentato con orgoglio Roberto Cunico – perché la grande distribuzione non può competere in termini di qualità. E’ chiaro che il massificarsi della produzione va a svantaggio dei più piccoli, ma si deve anche considerare che la necessità aguzza l’ingegno. Si lavora per migliorarsi e se lo si fa con professionalità e determinazione i risultati arrivano”.
Tra poco il Carnevale e poi subito la Pasqua. Che cosa propone la famiglia Cunico per queste occasioni? “Frittelle e crostoli a volontà – ha spiegato Roberto – e per la Pasqua un grande uovo di cioccolato messo in palio alla nostra lotteria. Il ricavato, come ogni anno, lo consegniamo ad un missionario di fiducia, molto conosciuto in paese, che si occupa della realizzazione e del mantenimento di una scuola in India”.