Qui purè e gnocchi si fanno con le patate vere, non con il fioccato’ dice con un motto d’orgoglio Vilma Ramiggi, e mentre parla dalla porta della cucina un travolgente profumo di salvia e bollito riporterebbe in vita una mummia.
La trattoria ‘Alla Milanese’ è nata nel 1962 grazie a lei e al marito Elio Rossi, a Cesuna, sull’altopiano di Asiago, dove si cercava un gestore per la Baita Giok e dove la famiglia si era trasferita con una valigia legata con lo spago e aveva come clienti la gente ‘in’ della pianura. Originari di Milano, la città del boom e dalle luci sempre accese, le difficoltà della piccola cittadina di montagna si sono rivelate presto. Il freddo della notte e le luci spente che lasciano il vuoto già alle 4 del pomeriggio hanno presto aperto lo squarcio della nostalgia, facendo desiderare alla giovane famiglia di tornare nel caos della città dove il lavoro non mancava e i guadagni erano garantiti. Ed è proprio qui che è arrivata la svolta, quando due thienesi doc, Giuseppe Munari (maestro e mangiatore formidabile) e Aldo Saugo (commerciante e intenditore del buon vino), determinati a non perdere quella cucina strepitosa si sono prodigati a convincere i ‘Milanesi’ a stabilirsi a Thiene. Angelo, figlio di Elio e Vilma, festeggia oggi con orgoglio e commozione insieme alla moglie Miriam i primi 50 anni della loro attività e dal cassetto dei ricordi tira fuori una parata di nomi da far schiattare d’invidia Cinecittà.
Perché da allora ad oggi, non solo non esiste un thienese che prima o poi non abbia mangiato i bolliti di Angelo o divorato i tortelloni fatti in casa dei ‘milanesi’, ma tutto il mondo del cinema, del teatro, dello sport e della ‘fama’ in generale’ che è passato nella città dei Colleoni, si è fermato qui e ci ha pure mandato gli amici.
‘Sorrido se penso alla volta in cui il grande sciatore Alberto Tomba al telefono con un amico ha esclamato ‘sto mangiando dei bigoli da urlo’ – racconta Angelo sorridendo a Miriam – e mi emoziono ricordando quando Enzo Iacchetti, dopo una forchettata di strepitoso baccalà, si è rivolto a mia mamma e le ha detto ‘Lei è davvero una gran donna’.
Di storie così, dai milanesi è pieno, basta scorrere le foto appese alle pareti, che ritraggono centinaia di ospiti famosi, o anche gironzolare per le strade di Thiene chiedendo un commento sulla cucina di Angelo e Miriam ai passanti. Il commento è sempre uno ‘se magna proprio ben’.
La ricetta di base della cucina dei milanesi da 50 anni è sempre la stessa: materia prima acquistata in base alla qualità, lavorazione tradizionale, nessun prodotto in scatola. ‘Diamo da mangiare ai nostri clienti esattamente quello che mangiamo noi e la nostra famiglia – commentano Angelo e Miriam’. E lei rincara la dose: ‘Far da mangiare bene o male costa la stessa fatica – sottolinea ironica – la differenza è che Angelo sa scegliere la carne, va a vedere la bestia e non discute sul prezzo’. Pur facendo così, la cucina dei milanesi non ha un costo eccessivo e anche se rientra tra i Ristoranti d’Autore, il budget per un pranzo o una cena è concorrenziale. ‘La gente pensa che mangiare al bar costi meno – spiega Angelo – ma non è vero. La differenza tra bar e ristorante spesso è irrisoria e va decisamente a scapito della qualità. Un pranzo ben cucinato e di buona qualità si digerisce meglio e anche per chi lavora è una soluzione preferibile, a costo quasi uguale’. Fa eco Miriam: ‘sono cambiate le abitudini alimentari. Anni fa si pranzava o cenava dall’antipasto al dolce, ora il 70% dei clienti predilige un primo o un secondo. A volte è una questione di soldi ma in molti casi è un’abitudine dettata dalla dieta. Ciononostante – conclude con un sorriso – tanta gente è grassa lo stesso’. Fare il ristoratore è un lavoro di passione e sacrificio e Angelo lo sa bene, perché da quando ha iniziato con la sua attività lavora a pieno ritmo quando gli altri fanno festa. ‘Il nostro non è un ristorante mordi e fuggi, nel quale si vogliono fare soldi velocemente e poi si cede – spiega – per noi è la nostra professione. Lavoriamo in sala ma anche come take-away, perché i tempi cambiano. Trasformiamo materia prima di qualità in ottimo cibo, soddisfiamo i palati e stiamo in sala con attenzione e allegria’. In effetti, dai ‘Milanesi’ il sorriso non manca mai e dopo esserci soffermati ad osservare i muri ricoperti di foto di personaggi famosi ci si rende conto che la buona cucina accomuna tutti e anche noi, dopo una giornata di lavoro, con la neve sulle strade e la voglia di relax, entriamo nella sala di Angelo e Miriam sentendoci dei vip. Perché qui si mangia bene, si beve con gusto e si brinda con onestà.