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Vino. Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti: ‘Troppo presto per fare previsioni’

L’Italia del vino si appresta ad affrontare una nuova vendemmia e, come accade ogni anno, iniziano a circolare previsioni sulla qualità e le caratteristiche di questa annata 2015. Chi ha buona memoria ricorda che ogni estate, invariabilmente, le parole più ricorrenti sono “annata eccellente”, “annata da ricordare”, “annata del secolo”.
“Non vogliamo polemizzare – spiega Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – semplicemente troviamo sterile impegnare tempo ed energie per fare delle previsioni quando ancora tante variabili restano aperte”.
La quantità di vino prodotto, ma soprattutto la sua qualità sono infatti condizionate dall’andamento meteorologico fino al momento della raccolta delle uve, che in molte zone si protrarrà fino a tutto ottobre e in alcuni casi fino a novembre.
“Noi continuiamo, giorno per giorno, a fare il nostro mestiere di vignaioli – prosegue la Poggi – le considerazioni sull’annata le faremo quando avremo portato l’uva in cantina. Solo allora avremo basi certe su cui ragionare e potremo, se sarà il caso, parlare di annata eccellente”.

FIVI – Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”.
Attualmente sono circa 900 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 9.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 65 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,6 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 9.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale.