Un tempo non c’era casa senza cantina. Era il luogo “fresco” di conservazione per eccellenza. In cantina, trovava dimora la scorta familiare di formaggio, sopresse e naturalmente vino.

Oggi nelle nostre moderne abitazioni “la caneva” è sostituita almeno parzialmente dal garage. Con rammarico ne prendiamo atto. Così pure dei limiti che quest’ultimo rispetto alla cantina di un tempo offre. Mantenere una bassa temperatura,( 6-8°C), alta umidità (80%) e completa oscurità sono le condizioni ideali per conservazione una bottiglia di vino. Pertanto è un ambiente che potremmo facilmente ricreare nel nostro garage o nel sottoscala semplicemente con vecchio frigo. Lasciamo all’enoteca professionale il compito di conservarci le buone (e spesso costose bottiglie).

 

Se manca lo spazio per stivare il vino se ne acquisterà il minimo quantitativo possibile: due bottiglie di spumante ( o champagne); quattro bottiglie di vino bianco ad esempio un Soave, un Verdicchio di Matelica, un Sauvignon del Collio, ed uno Chardonnay di Sicillia; quattro bottiglie di vino rosso: un Lambrusco, un Valpolicella, un buon Merlot ed un Barolo; due bottiglie di vino dolce: un Moscato ed un Torcolato. Ecco una proposta per una scorta minima, incompleta per definizione ma che consentirà di affrontare qualsiasi tipo di occasione, dalla visita improvvisa di un vecchio amico ad un cena importante per una decina di persone. Al consumo che segua il ripristino. Mantenendo lo stesso livello qualitativo e tipologia si può cambiare zona d’origine. Bello conoscere realtà, anche minori, della nostra penisola enoica. Tuttavia non si tralasci i buoni vini d’oltralpe né qualche bottiglia un po’ più lontana. Conoscere qualche piccolo produttore con un po’ di enoturismo può essere una piacevole occasione di svago ed un arricchimento culturale che trascende la sola conoscenza enologica. Un po’ di sensibilità anche alla stagionalità. Prediligere vini freschi e leggeri d’estate e un po’ più di corpo e struttura d’inverno. Saranno così adeguati alleati anche nel mutare dei cibi e dei piatti in cucina.

Grazie alla globalizzazione, Internet e alle consegne a domicilio, reperire bottiglie di vino non è più per fortuna difficile, anche se insostituibile resta il consiglio e l’acquisto nell’enoteca di fiducia. Spesso il poco spazio a disposizione è provvidenziale limite all’invecchiamento delle bottiglie. Ogni vino ha un tempo ideale per essere bevuto. Aprire un bottiglia periodicamente per verificarne l’evoluzione e lo stato di conservazione. Il vino delle nostre piccole cantine di casa si compra per bere; Che il collezionismo sia di bottiglie vuote…

Conservare le bottiglie in modo orizzontale è, oltre che semplice, professionale. Consente al tappo di mantenere la sua elasticità e la sua ermeticità. Un tappo sano inibisce la penetrazione dell’aria, salvo limitatissime quantità (almeno il tappo in sughero) preservando il vino da ogni alterazione e consentendone la naturale evoluzione organolettica.

Se al momento dell’apertura. Il vino sa di tappo, molto probabilmente esso è entrato nella nostra cantina già malato. Inutile arrabbiarsi con il produttore di vino, non è colpa sua. Meglio parlarne con il nostro fornitore. Le enoteche serie non discutono per sostituire una bottiglia che sanno “di tappo”.

Nella società contemporanea dato che spesso a mezzodì si consuma un pasto frugale,diventa piacevole alla sera, o al fine settimana concedersi il lusso di una buona bottiglia di vino a tavola: essa può essere motivo di gratificazione per una dura giornata lavorativa, elemento stesso di conversazione. Può essere occasione di gioia e piacere anche l’intrigante gioco di stappare una bottiglia alla ricerca del giusto abbinamento.
Un piccolo e semplice piacere quotidiano per vivere meglio.

Alberto Brazzale

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