I salumi veneti, con la soppressa in testa, sono salvi. Coldiretti ha firmato il decreto per l’etichetta dei salumi made in Italy, mettendo così in salvo una gran parte di prodotti tipici dell’enogastronomia locale.
Salami, mortadella, prosciutti e insaccati italiani saranno etichettati Made in Italy. A Roma la storica firma per l’etichettatura di origine sui salumi firmato all’assemblea Coldiretti con il Segretario Generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, il Ministro dello sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, il Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova ed il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
“Dopo l’ok dell’Unione Europea alla procedura per smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per nostrana ora c’è anche il decreto. Un grande risultato per il Veneto – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – dove si concentra il 7% della produzione nazionale, pari ad un valore di 200milioni di fatturato dato da 70mila capi destinati a prosciutti Dop ed allevati da oltre 300 imprenditori suinicoli”.
L’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti, che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro era arrivato grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy, mentre, a partire dal 1 gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
Ora l’obiettivo della Coldiretti è quello di estendere l’etichetta anche ai prodotti ortofrutticoli trasformati, dai succhi di frutta alle marmellate ma anche legumi in scatola senza dimenticare l’esigenza di arrivare anche nei ristoranti ad indicare la provenienza della carne e del pesce serviti a tavola.
“A livello Ue – conclude il direttore di Coldiretti Vicenza, Cesare Magalini – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei”.