Darì è un salto in un’altra epoca: tra tradizione e scoperta emerge un angolo nascosto a pochi metri dall’Arena.
Inconfondibile è l’arrivo, palazzo Cà Rezzonico accoglie con stupore e meraviglia i suoi visitatori. Le sue vetrate a trifora, elemento architettonico di spicco del periodo gotico e del veneziano, si aprono su una delle location più ricercate e riconoscibili del centro di Verona: il ristorante Darì. Se l’esterno sottolinea con garbo la bellezza storico-culturale di un’era, l’interno lascia senza parole. Le sale hanno ognuna un tema diverso, dai colori delle pareti all’arredamento, agghindate a festa per aprirsi agli occhi curiosi del cliente.
I muri decorati ad opera d’arte si fanno scoprire sotto le luci soffuse e delicate del locale. Giuliano e Corinna Darì si prendono cura del loro “gioiello” con passione, a cui si stanno dedicando dopo vent’anni di gestione del ristorante Cangrande in piazza Bra. Giuliano accoglie e accompagna, durante il viaggio della cena, con professionalità e carisma; regalando di tanto in tanto una stilla della sua esperienza e della sua personalità. Propone infatti un aperitivo molto gradito, un Franciacorta satèn targato Majolini: una bollicina sottile la cui sapidità si apre ad un floreale gentile ma deciso.
Da qui inizia la cucina di Corinna, che, con un menù degustazione completo e ben studiato, ci porta ad assaporare la tradizione di questa regione arricchita da una mano esperta. Una menzione speciale alla qualità della carne, dalla delicatezza della battuta al coltello, alla goduriosità dell’anatra. Nel mezzo non può mancare il risotto, in equilibrio perfetto tra la dolcezza della barbabietola e la sapidità del pecorino.
Dolci eseguiti a regola d’arte. La carta vini accompagna con una vasta scelta, che, da regione a regione, esprime un’evidente ricerca caratterizzata da passione e conoscenza. Un accenno dovuto al pinot nero di Olivier Leflaive: una descrizione esemplare delle terre della Borgogna, un vino corposo e tannico dai sentori di cacao e tabacco. Un’esperienza che ricorda l’eleganza di un’epoca passata, quella da Darì, che si combina con una Verona moderna, ma ancora sentimentale.
Cecilia Tonello