di Alfonso Piscopo
Il latte d’asina ha proprietà molto simili al latte materno, e per questo è un ottimo surrogato da somministrare ai bambini, nelle condizioni in cui presentano allergie alimentari alle proteine del latte vaccino. Ma è un ottimo alimento valido anche per gli anziani. La ricerca ha rilevato che il latte d’asina è efficace per il ripristino delle difese immunitarie grazie all’azione immunostimolante e immunomodulante.
Tra le proteine rilevate nel latte d’asina sono presenti il lisozima e la lattoferrina. Quest’ultima è una proteina chiave per combattere le infezioni microbiche, regolare il metabolismo del ferro ed agire con un potente effetto antinfiammatorio e immunomodulatore. Una ricerca clinica è stata condotta su pazienti affetti da covid 19 per valutare l’efficacia di una formulazione liposomiale di lattoferrina per contrastare il virus. I risultati hanno permesso di appurare una remissione dei sintomi nei pazienti con covid 19 e la negativizzazione del tampone dopo circa 12 gg di trattamento. Questi studi sono in via di sperimentazione, ciò che invece la ricerca scientifica è in grado di dimostrare è l’efficacia della lattoferrina per contrastare diversi tipi di virus come: retrovirus, papillomavirus, herpes virus, pneumovirus, rota virus, virus dell’influenza A, e virus parainfluenzali.
L’azione antivirale della lattoferrina contenuta nel latte d’asina era stata studiata nel 2011 da un gruppo di ricercatori cinesi che hanno confermato il ruolo protettivo contro il virus Sars-Cov, grazie al legame della lattoferrina con l’epansolfato che impedisce al virus di entrare nell’organismo. Le azioni del lisozima presenti nel latte d’asina sono note per la produzione dei formaggi stagionati in sostituzione del lisozima da uovo per prevenire il gonfiore tardivo dovuto alle spore di clostridium, oltre alle tante applicazioni del lisozima già note.
Il valore biodietetico e alimentare del latte d’asina costituisce l’alimento ideale come detto all’inizio in caso di allergie alle proteine del latte vaccino e alle varie poliallergie alimentari. È inoltre indicato per sostenere regimi dietetici di persone obese e in sovrappeso data la bassa percentuale di lipidi. Noti sono anche i molti impieghi in uso cosmetico. Tuttavia se nei periodi di scarsità di risorse alimentari, il latte d’asina veniva utilizzato come alimento per la prima infanzia, oggigiorno i pareri dei pediatri (SIPPS Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ) sembrano essere in controtendenza. Infatti secondo il loro consiglio ‘il latte d’asina non sarebbe adatto alla alimentazione dei bambini sotto i 2 anni e soprattutto dei lattanti’. La spiegazione su questo punto di vista è che ‘il latte d’ asina è molto meno ricco di grassi rispetto al latte materno, considerato che l’apporto energetico sarebbe di 40 kcalorie/100 ml, e cioè meno dei due terzi dell’apporto energetico del latte materno che equivale a 68 kcalorie/100 ml, e quindi il lattante potrebbe essere in condizione di malnutrizione. Infatti i grassi sono indispensabili nei primi 2 anni di vita per la mielinizzazione dei neuroni, e una loro insufficiente assunzione potrebbe causare un ritardo della mielinizzazione delle vie nervose e quindi della conduzione degli impulsi nervosi secondo le vie interessate. Una possibilità d’impiego potrebbe essere il latte d’asina con aggiunta di grassi. Infatti è oggetto di studio per l’alimentazione di bambini con allergia alle proteine del latte vaccino e le cui madri non hanno la possibilità di allattare.
Foto per gentile concessione del prof Augusto Carluccio
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