Dal 3 al 4 Febbraio 2024 si è tenuta, all’interno del Palazzo della Gran Guardia di Verona, la ventesima edizione di Anteprima Amarone, da quest’anno rinominata “Opera Prima”. Circa 70 aziende della Valpolicella hanno presentato in anteprima le proprie annate 2019, insieme ad una grande varietà di cavalli di battaglia già presenti sul mercato. La maggior parte dei prodotti più recenti si trova ancora in botte, o addirittura in vasca, quindi non in commercio; consapevolezza che fa affrontare la degustazione con una visione più aperta, lasciando spazio all’immaginazione del palato sull’evoluzione che queste bottiglie compiranno nei prossimi anni. Uno sguardo, infatti, al futuro. Durante la conferenza di presentazione viene nominato più volte il concetto di “new wave” (nuova onda), riferito ad una nuova concezione dell’amarone. Le generazioni più giovani di consumatori sono preparate, hanno accesso a conoscenze più ampie, il che determina una formazione del gusto più strutturata e attenta: qualità piuttosto che quantità. Ciò fa si che i produttori debbano evolversi insieme alle preferenze del pubblico, che chiama un vino con meno residuo zuccherino e un’acidità importante. Novità? Bensì un ritorno alle origini, al territorio veronese, alla vinificazione originaria di Adelino Lucchese, che nel 1936 gli fece scoprire per caso quell’amaro equilibrio da cui è sempre stato distinto questo prodotto.
In perfetta rima con la filosofia appena descritta si trova l’azienda Bertani, che presenta un’anteprima che viene dal passato, un’amarone identitario e riconoscibile tra mille; un vino dalla grande beva, che rimane fieramente ancorato alla tradizione. Fattori propone il Col de la Bastia 2019, al naso colpisce una dolcezza che si traduce sul palato come frutta matura e avvolgente.
L’Amarone 2017 de I Tamasotti è una conserva alla ciliegia e, nonostante l’intensità, in bocca si trasforma, si allunga, con un’elegante persistenza. L’anteprima 2019, ancora in botte, ha una potenzialità importante da rendere impazienti. Una nuova annata di carattere, quella dell’azienda Prà, accompagnata dall’Amarone Morandina 2017; un vino al naso pungente, quasi piccante, che si apre ad un assaggio vivace ma corposo, sottolineato da tannini ben evoluti e grande profondità. La domanda sorge spontanea, dopo la lungimirante scommessa di Graziano Prà sull’utilizzo del tappo a vite per gran parte della sua produzione di vini bianchi, arriverà anche per quelli rossi? Per concludere, un accento inaspettato: Mizzon presenta l’Amarone della Valpolicella in Anfora 2017. Il riposo in terracotta regala una complessità sorprendente, nonostante le forti note speziate, sul palato risalta un’acidità fresca e persistente; da provare.
Cecilia Tonello