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Nella piccola botte, sta il vino buono….

Nella botte piccola sta il vino buono. Un detto popolare che calza a pennello con la vendemmia di quest’anno. Nel consorzio della Doc Breganze la raccolta dei grappoli di Vespaiola e delle altre uve caratteristiche è stata leggermente inferiore al solito, in quantità, ma c’è molta attesa per le performance qualitative dei vini. E qualcuno già scommette che saranno superiori anche a quanto promesso dal proverbio.

«Abbiamo ultimato la raccolta delle varietà a bacca rossa ed i migliori grappoli di Vespaiola sono già in appassimento per ottenere il Torcolato – spiega Plinio Bonollo, presidente del Consorzio Doc – per ora si può dire che siamo di fronte a una produzione di buonissima qualità. Leggermente inferiore in termini quantitativi rispetto alla media degli ultimi anni, circa un venti per cento in meno, ma il livello è eccellente». Il ragionamento, secondo Bonollo, vale sia per gli storici ed apprezzati vini rossi della pedemontana vicentina quali Pinot Nero, Merlot e Cabernet, sia per il Vespaiolo, vino autoctono caratteristico dell’area breganzese, con un nome che richiama la predilezione che le vespe dimostrano per le sue uve a bacca bianca durante la fase di maturazione. La qualità si riscontra in particolare «nell’elevato tenore zuccherino, da un ampio corredo di aromi, profumi, gusti e pigmenti» osserva il presidente del Consorzio. Ce n’è abbastanza per scommettere su bottiglie di ottima qualità, sia per il Vespaiolo che per le altre produzioni enologiche.
E la Doc ha un ulteriore motivo per festeggiare, in questi giorni: secondo indiscrezioni molto attendibili due vini a Doc Breganzese sono infatti stati inseriti nell’elite dei vini italiani dalla Guida Vini d’Italia 2013 dell’Espresso.
Entrambi i vini d’”Eccellenza” (sono classificati come eccellenze con punteggio superiore ai 18/20) hanno come base uva Vespaiola: il Breganze Vespaiolo “Vignasilan” di “Contra’ Soarda” e il Breganze Torcolato di “Ca’ Biasi”. Essere “autoctoni” breganzesi premia.