Pochi pomodori nei campi del Nord Italia, nonostante le vaste superfici coltivate. Negli ultimi anni, non si era mai vista una produzione così scarsa. Ad affermarlo, dati alla mano, è l’Organizzazione inteprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, al termine della campagna di raccolta 2024. Un periodo che è stato prolungato nei mesi autunnali, con ben 113 giorni di lavorazione a partire dallo scorso 18 luglio. Nonostante la lunga durata, però, gli impianti hanno subito alcuni ‘stop and go’ a causa delle piogge, che hanno interrotto la raccolta e le consegne di pomodoro. Questo ha determinato “costi industriali elevati” per i tanti giorni di lavorazione con le linee produttive non a pieno regime proprio per la scarsità di prodotto, a fronte di un prezzo contrattato per la materia prima di 135-140 euro a tonnellata.
La produzione nei campo ha registrato “rese bassissime”, affermano i produttori. Nel complesso, si parla di meno 58 tonnellate per ettaro rispetto a una media quinquennale di oltre 74. Anche il biologico ha segnato un calo. “Si tratta di rese storiche minime, mai registrate prima”, spiega l’OI del pomodoro da industria del Nord Italia. In valori assoluti, a fronte di una superficie di 41.618 ettari coltivata a pomodoro, sono state prodotte 2.405.967 tonnellate di materia prima avviata alla trasformazione. Non solo. Secondo i produttori nel Nord Italia, dopo la metà di ottobre sono rimasti in campo circa 850 ettari di pomodoro a causa dell’impossibilità di raccoglierli, a cui si aggiungono i campi alluvionati. “Un quantitativo così basso non è mai stato realizzato nel bacino Nord negli ultimi anni”, ribadiscono i produttori del pomodoro da industria. Le cause dipendono in primo luogo da un “andamento climatico avverso e anomalo” nel corso del 2024, con piogge persistenti e fuori dalla norma, concentrate a maggio e a settembre-ottobre, cioè tre dei mesi chiave per il pomodoro. Ci sono state poi anche “problematiche fitosanitarie”, che hanno richiesto “un forte impegno, anche economico”. Per gli agricoltori questo ha generato “serie difficoltà economiche”, a causa di un “mancato reddito per l’impiego dei mezzi tecnici e per le mancate rese”. A conti fatti, dunque, il 2024 “sarà ricordato come anno negativo per le produzioni di pomodoro da industria nel Nord Italia a causa delle basse rese dovute all’anomalie climatiche- conferma il presidente Tiberio Rabboni- per questo che l’OI Nord Italia ha richiesto l’intervento del Ministero e delle Regioni per attivare provvidenze compensative a favore delle imprese danneggiate, di parte agricola e industriale”. La filiera, sottolinea l’organizzazione, è “tuttora in attesa di un riscontro dalle Istituzioni interpellate per ricevere un supporto in questa situazione di criticità, sia a favore degli imprenditori agricoli sia delle aziende di trasformazione, per poter affrontare gli investimenti della nuova campagna 2025”.
Mai così pochi pomodori nella raccolta del Nord Italia
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