La dieta mediterranea si è classificata come migliore dieta al mondo del 2023, ma è sotto attacco degli effetti del cambiamento climatico, dell’esplosione dei costi di produzione e delle scelte dell’Unione Europea, che boccia il vino con etichette allarmistiche e promuove i grilli a tavola. Lo ufficializza Coldiretti sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori.
“La dieta mediterranea – sottolinea Coldiretti – ha vinto la sfida tra 24 diverse alternative, con un punteggio di 4,6 su 5, grazie agli effetti positivi sulla salute ed al fatto che è fra le più facili da seguire, adatta alle famiglie, semplice da organizzare con alimenti di base, incoraggia un consumo moderato di grassi sani, come l’olio d’oliva, e scoraggia i grassi malsani, come i grassi saturi, con meno del 30% circa delle calorie totali provenienti dai grassi ed è adatta a chi segue prescrizioni religiose halal o kosher. La dieta mediterranea è salutare per il cuore ed è stata associata ad una riduzione della pressione sanguigna, del colesterolo e del peso corporeo, nonché a migliori risultati di salute cardiovascolare e tassi inferiori di malattie cardiache e ictus. L’abbondanza di frutti di mare ricchi di nutrienti, noci, semi, olio extravergine, fagioli, verdure a foglia verde e cereali integrali nella dieta mediterranea vanta anche molti benefici per il cervello. Gli antociani in bacche, vino e cavolo rosso sono considerati particolarmente benefici per la salute”.
Pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine ed il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari sono gli ingredienti che hanno fatto grande la Mediterranea.
“Si tratta di un tesoro del Made in Italy che ha consentito all’Italia livelli di longevità fra i più alti al mondo, ma è sotto attacco – denuncia Coldiretti – su più fronti: climatico, economico e politico europeo. I cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo hanno tagliato le produzioni degli alimenti base della dieta mediterranea, con il crollo del 30% per l’extravergine di oliva, del 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al meno 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore”.
Ma sulla dieta mediterranea pesano anche altre minacce come il via libera dell’Unione Europea all’immissione sul mercato degli insetti come nuovi alimenti o l’autorizzazione Ue concessa all’Irlanda, che potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” ed “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia, Francia, Spagna ed altri sei Stati Ue.
“Un pericoloso precedente. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti – conclude Coldiretti – al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche numerose specialità del territorio berico e nazionale in genere. È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca di influenzarlo nei suoi comportamenti, orientandolo a preferire prodotti di minore qualità, anche perché l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera come nel sistema di etichettatura a batteria, e non certo sullo specifico prodotto”.