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I formaggi Dop salvano l’occupazione nelle aree a rischio spopolamento

Tre Dop italiane si uniscono per una operazione di difesa culturale e sociale del comparto caseario, e del mondo dell’allevamento e della trasformazione del latte.

Sono la Casciotta d’Urbino Dop (Marche e provincia Rimini – Emilia Romagna), il Piave Dop (provincia Belluno – Veneto) e il Provolone Valpadana Dop (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Provincia autonoma di Trento). Le Dop svolgono un ruolo chiave nel panorama del Made in Italy italiano ed europeo con un valore di produzione di circa 5,2 miliardi e 8,6 miliardi di valore al consumo, secondo dati Ismea Qualivita. Inoltre le Dop, come evidenziato al convegno “Generazione formaggi” ieri pomeriggio nella sala stampa di Montecitorio, sono importantissime per la tutela della sostenibilità ambientale ma si trovano oggi ad affrontare sfide fondamentali per evitare la dispersione di valore e ricchezza e il drastico spopolamento dei territori.

La scelta di presentare questa collaborazione a Montecitorio non è casuale: qui è stata recentemente approvata la legge per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo di cui Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, è primo firmatario: una riforma che stanzia 156 milioni di euro dal 2024 al 2029 e 27,76 milioni annui dal 2030. La legge vuole promuovere e sostenere l’imprenditoria giovanile, under 41, nel settore agricolo e rilanciare il sistema produttivo con interventi atti a favorire l’insediamento e la permanenza dei giovani e il ricambio generazionale nel settore.

“La voglia di mettersi in gioco e le competenze dei giovani sono la via per recuperare efficienza e competitività nel settore primario – ha detto il presidente Mirco Carloni – Per questo la Legge prevede una serie di misure come un regime fiscale agevolato per il primo insediamento delle imprese giovanili in agricoltura, agevolazioni in materia di compravendita di fondi rustici, la concessione di un contributo, sotto forma di credito d’imposta, per le spese sostenute per la partecipazione a corsi di formazione, agevolazioni fiscali per l’ampliamento delle superfici coltivate e un diritto di prelazione nelle procedure di alienazione e locazione. Obiettivo è valorizzare le aziende agricole nelle aree interne, laddove le Dop sono la massima espressione per tutelare l’identità culturale e lo sviluppo di quei territori”.

L’unione dei Consorzi di Casciotta d’Urbino, Piave e Provolone Valpadana avviene sotto l’egida di Aecis, l’Associazione Europea di Cultura Innovazione e Sostenibilità, il cui principale obiettivo è quello di cogliere la sfida della transizione verso sistemi alimentari sostenibili, come peraltro indicato dalla strategia Ue “Farm to Fork” al centro del Green Deal europeo.

Il Consorzio della Casciotta d’Urbino Dop è all’interno di un progetto integrato di filiera agroalimentare, fondato sui valori della cooperazione, “che ambisce – ha affermato il presidente Gianluigi Draghi – a rendere efficienti e innovative le aziende zootecniche nonché per mantenerle nei territori e di conseguenza preservare l’occupazione, perché se restano le aziende rimangono in vita i servizi, da quelli sociali, sanitari e culturali a quelli digitali. Così la cooperazione diviene volano di attività in aree che rischierebbero di scomparire. Le aziende agricole in questi territori svolgono, inoltre, una fondamentale funzione di presidio e di difesa del suolo contro le minacce dai fenomeni di dissesto idrogeologico”.

Mentre Modesto De Cet, presidente Consorzio Tutela Formaggio Piave Dop, ha ricordato che “la provincia di Belluno è attraversata da un doppio fenomeno di spopolamento a causa della crisi demografica e per le importanti migrazioni degli ultimi anni fuori provincia. La presenza di attività produttive legate alla filiera del Piave Dop ha un’importanza rilevante in questo contesto socio demografico: mantiene attiva la presenza dell’uomo e consente il ricambio generazionale, migliora il contesto paesaggistico altrimenti in lento degrado e mantiene in equilibrio il delicato ecosistema montano. A queste misure di salvaguardia si uniscono una serie di buone pratiche economiche, culturali e sociali: primo fra tutti garantire un reddito dignitoso per gli allevatori, la promozione delle antiche tradizioni locali e del made in Italy in tutto il mondo”.

Nel 2023 è partito il progetto Connessioni del Provolone Valpadana (Con.Pro.Va), in collaborazione con il Crea (il centro di ricerca del Ministero dell’Agricoltura) e cofinanziato dalla Regione Lombardia, con lo scopo di costruire un dettagliato database di tutti i consumi della filiera, a partire dal campo, per registrare l’impatto energetico della produzione di latte certificato a Provolone Valpadana, fino alla stagionatura in caseificio. Il progetto mira a creare, con il supporto dell’intelligenza artificiale, una predittività nei consumi, in modo da essere pronti nei momenti di crisi, per poter intervenire con tempestività in correzione di eventuali punti critici. “Oggi – ha sottolineato il presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, Giovanni Guarneri – la grande sfida è quella di rendere produttivi questi dati generando informazioni utili entro l’azienda agricola e a cascata in tutta la filiera”.