La necessità aguzza l’ingegno. Nella Laguna Veneta i coltivatori del cosiddetto “orto di Venezia”, l’isola di Sant’Erasmo, hanno messo a punto un trattore sui trampoli, battezzato El Furbo e costruito da una ditta veronese, per togliere le infestanti senza affondare sul terreno sabbioso.
Nel padovano si producono primizie e si fa concorrenza agli asparagi del Nuovo mondo grazie a una rete di acqua calda in radice da fonti rinnovabili. Nella cooperativa sociale Caresa le uova si raccolgono da una sorta di slot machine che assicura da un lato benessere animale alle galline dall’altro autonomia e serenità lavorativa a ragazzi con disabilità. Tutte innovazioni nate dallo sforzo di chi sceglie di fare impresa in agricoltura col contributo concreto del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) che, nel periodo 2014-2020, ha visto gestire dalla Regione Veneto una dotazione di oltre 1,1 miliardi di euro. Col 43% dei fondi che proviene dall’Unione europea attraverso il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo rurale (Feasr), il 40% dallo Stato Italiano e il 17% dal bilancio della Regione Veneto.
Delegata all’istruttoria, selezione e gestione delle domande di sostegno è l’Avepa, Agenzia per i pagamenti in agricoltura, che su 47.681 domande presentate al 31 maggio 2019 ne ha finanziate 38.135. ”Siamo la prima regione per avanzamento del Psr – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan – grazie a una programmazione che ci ha visto attivi da subito e ha portato all’esaurimento dei fondi a disposizione. Riusciamo a fare i pagamenti entro 45 giorni riuscendo ad offrire certezze nel sostegno agli agricoltori, il 68% dei quali giovani che stanno mettendo in luce la modernità del settore agricolo”.(ANSA).