Il caldo anomalo e la prolungata assenza di precipitazioni manda la natura in tilt con i ciliegi già in fiore e le prime fave pronte per la raccolta, mesi prima dell’appuntamento del primo maggio, nelle campagne dove per la siccità sono a rischio le semine primaverili. È quanto emerge dal monitoraggio delle Coldiretti sugli effetti del vasto campo di alta pressione destinato a durare per giorni con alte temperature senza precipitazioni. L’anomalia, sottolinea la Coldiretti, è più evidente al nord dove lo scorso anno è caduto il 40% di precipitazioni in meno e la temperatura a gennaio 2023 è risultata di ben 1,41 gradi superiore alla media. Alla vigilia delle semine il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico.
Preoccupa la situazione riso, con una previsione di coltivazione di quasi 8mila ettari in meno per un totale di appena 211mila ettari, ma anche le semine di mais necessario per garantire l’alimentazione del bestiame per la produzione del latte dal quale nascono i grandi formaggi, dopo gli sconvolgimenti che ci sono state sul commercio internazionale a seguito della guerra in Ucraina.
“Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”, evidenzia i presidente Coldiretti Ettore Prandini nel ribadire la necessità di avviare il piano invasi.