Il vino falso veniva venduto a un prezzo di oltre dieci volte superiore al suo reale valore. Sono state denunciate alcune persone che ora sono indagate, ma tra di loro non ci sono i produttori di Brunello e Chianti che, invece, potrebbero essere la parte lesa in questa vicenda.
I Carabinieri del Nas e l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione delle frodi nel settore agroalimentare hanno sequestrato, oltre alle 30mila bottiglie già pronte, altri ettolitri di vino sfuso. Sono passate al setaccio cantine, enoteche, supermercati e centri di imbottigliamento di mezza Italia.
I vini sequestrati, tutti di qualità scadente, erano accompagnati da falsi documenti di certificazione di qualità che li facevano passare come vini di grandi marche riconosciute a livello mondiale e dunque venduti a prezzi molto più alti del loro reale valore, creando ungravissimo danno al settore vitivinicolo che è solitamente un vanto per il nostro Paese.