Dalla riduzione della CO2, alla razionalizzazione dei consumi idrici e l’ottimizzazione della riduzione degli scarti, passando per il packaging. Il settore della birra punta alla sostenibilità, “una sfida che si inserisce in un contesto critico e che richiede soluzioni che consentano al comparto di progredire verso una transizione ecologica sostenibile sia dal punto di vista aziendale che ambientale”, spiega Assobirra. “La transizione ecologica è un pilastro fondamentale della strategia associativa, un terreno sul quale confrontarsi apertamente con tutti i player di settore. AssoBirra pone un focus inequivocabile sull’esigenza di far progredire il comparto verso la transizione ecologica ed energetica richiesta non solo dalla società civile ma, ora, anche dalla congiuntura di mercato. Tematiche che fino a ieri erano per lo più affidate ad azioni di singoli oggi necessitano di un approccio collettivo e collegiale”, spiega Federico Sannella, vice presidente di AssoBirra. “Trovare rapide e congrue soluzioni è imperativo ma tutt’altro che semplice per via degli aumenti dei costi di materie prime ed energia. Il focus è anche sugli interventi sul fronte della produzione agricola, della logistica, della distribuzione e del rapporto con i fornitori”. Intanto, arrivano buone notizie dal rapporto di collaborazione con la filiera agricola: “La produzione di materie prime italiane è in ottima salute e si sta sviluppando un’importante filiera del luppolo”, aggiunge. Queste evoluzioni “sono cruciali poiché un’agricoltura sostenibile, controllata e d’alta qualità non può che giovare a un comparto che ha proprio nei campi la sua origine e il suo elemento primario di qualità, naturalità e certificazione”, continua Sannella.
Visto che la birra “significa turismo enogastronomico, presidi locali e materie prime e gioca un ruolo di primo piano per lo sviluppo del Made in Italy”, l’associazione si impegna per l’applicazione di una policy condivisa, “sulla promozione di un consumo moderato, consapevole, responsabile che vede oggi la progressiva introduzione di birre a low e no alcol, dalle proprietà organolettiche e dal gusto eccellenti”.