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Via la parola ‘handicappato’, Regione Friuli Venezia Giulia rivede legge su disabilità

Rn,28/03/06: pedana per portatori di handicap �Riccardo Gallini_GRPhoto

Passa con l’unanime approvazione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, eccetto per l’astensione del consigliere di Open-Sinistra, Furio Honsell, la legge quadro di riforma sulla disabilità. La norma, sottolinea in Aula il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha visto un percorso partecipato con tutti i soggetti istituzionali e sociali, con una quarantina di riunioni e audizioni, una sessantina di riscritture del testo, per arrivare all’Aula di oggi in cui giunta, maggioranza e opposizioni, “in particolare il Partito democratico e il Movimento 5 stelle”, hanno proposto, concordato e approvato diversi emendamenti al testo, rendendo definitiva “una delle leggi importanti di questa legislatura”.

Il disegno di legge aggiorna la definizione e il sistema degli interventi a favore delle persone con disabilità, la promozione di azioni di integrazione delle politiche regionali, il riordino dei servizi sociosanitari in materia e la configurazione delle modalità di governo dei sistemi locali.

Si comincia con il recepimento dei principi nazionali e internazionali e del cambiamento culturale che porta, per esempio a eliminare nelle norme i termini ‘handicap’ e ‘handicappati’, sostituiti con ‘disabilità’ e ‘persona con disabilità’. Per questo l’azione è sul rispetto della dignità umana, dei diritti e delle libertà fondamentali; diffondere una diversa concezione di disabilità, valorizzando l’apporto che le persone con disabilità possono dare alla società; contrastare le discriminazioni e ogni forma di violenza o isolamento, promuovendo le pari opportunità e l’autodeterminazione; favorire la vita indipendente, la partecipazione, l’inclusione e l’accessibilità quale fattore abilitante dei diritti.

Dal 2024 assistenza sociosanitaria in capo alle Aziende sanitarie come in Veneto

Uno dei punti centrali è il passaggio dell’assistenza sociosanitaria in capo alle tre Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia, dal 1 gennaio 2024, con un progetto di potenziamento del personale. Sinora infatti l’attività era assicurata, a seconda del territorio, da un’Azienda sanitaria, da un Consorzio e dal Comune di Trieste. La norma definisce poi i ruoli dei Comuni in ambito socioassistenziale scolastico, socioeducativo, trasporti individuali, soluzioni abitative protette non istituzionalizzanti e servizi domiciliari. In questo modo possono anche efficacemente recepiti, spiegano dalla giunta, i livelli essenziali di assistenza (Lea) sociosanitari, prevista dalla normativa nazionale, con cui si vuole garantire alle persone con disabilità il miglior stato di salute possibile, in un’ottica olistica e attraverso tutto l’arco della vita.

Sul tema abitare e vita indipendente si rafforza e sviluppa ulteriormente un sistema di promozione e sostegno alla domiciliarità già attivo che prevede la diretta partecipazione delle persone con disabilità alla scelta su dove e con chi vivere. L’aspetto inclusivo prevede soluzioni abitative che devono riprodurre le caratteristiche della casa familiare. È previsto un riferimento alle Ater per il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare in chiave di accessibilità.

Numerose poi le norme che riguardano interventi a favore della disabilità in aree mobilità, cultura, sport e turismo; istruzione, formazione e lavoro; informazione, comunicazione e partecipazione; senza dimenticare l’associazionismo, il volontariato e la famiglia.

Sul fronte dell’integrazione delle politiche, vengono istituiti strumenti di pianificazione e controllo come l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità e il Piano regionale della disabilità. Il primo avrà compiti di studio, analisi, rilevazione dei servizi e degli interventi, ricerca, diffusione delle conoscenze e di consulenza sul tema della disabilità. Il Piano invece è il documento che raccoglie in maniera integrata le azioni di pianificazione delle differenti direzioni regionali; al suo interno confluiscono le modalità e le risorse relative alle varie aree di intervento e ha durata triennale.