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Vaccini. Zaia al Ministro della Salute: ‘Prendete il nostro modello’

“Il Veneto condivide le  riflessioni del Ministro Grillo, dettate dal buon senso del medico, sulla possibilità di graduare l’obbligatorietà dei vaccini a livello territoriale, a seconda dei diversi tassi di copertura regionali. Il modello in atto con successo in Veneto da dieci anni andava in questa direzione, ed è a sua disposizione. Potrebbe essere utile come esempio per la gradualità indicata dal Ministro. Peraltro i nostri tassi di copertura sono alti, e certificati da un’anagrafe vaccinale informatizzata e unica, come giustamente evidenziato nella circolare ministeriale dei primi di luglio, dove si indicavano percorsi diversi a seconda che le Regioni avessero, o no, un’anagrafe vaccinale”.

 

Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto commenta le dichiarazioni rilasciate oggi dal Ministro della Salute, intervenuta alla trasmissione Agorà Estate di Rai 3.

 

“Il Governo precedente – aggiunge Zaia – ci aveva dipinto come incoscienti no vax, ma la realtà è sempre stata ben diversa. Siamo assolutamente a favore dei vaccini come strumento di civiltà e di prevenzione rispetto a malattie gravissime, ma siamo anche convinti, dopo dieci anni di esperienza, che l’informazione, il dialogo con le giovani coppie, la valutazione di un percorso vaccinale personalizzato condiviso tra sanitari e famiglie, siano uno strumento più incisivo rispetto all’obbligo per centrare l’obbiettivo di una più ampia copertura vaccinale a in Italia”.

 

“Inoltre – fa notare il Governatore – la copertura di gregge, tanto utilizzata per sostenere la rigida obbligatorietà imposta a suo tempo, era ed è uno dei cardini del nostro percorso vaccinale. Già con una delibera del novembre 2016, infatti, prevedevamo che un bimbo non vaccinato potesse essere ammesso in una classe soltanto se questa risultava rispettare le percentuali vaccinali tali da garantire proprio la copertura di gregge e che, in caso contrario, avrebbe dovuto essere inserito in una classe diversa dove la copertura fosse rispettata”.

 

“Se il dialogo e non l’obbligo è la strada seguita in 15 Paesi dell’Europa a 28 – conclude Zaia – significa che questa è la strada giusta, anche considerando che gli altri 13 non hanno l’obbligo su 10 vaccini, ma solo su pochissimi”.

 

Nel 2017 l’adesione ai vaccini in Veneto nella fascia d’età tra 2 e 16 anni  è continuata a crescere, sia prima che dopo l’obbligo disposto dalla legge 119/2017. Le coperture raggiunte garantiscono una soglia di sicurezza rispetto alla possibile insorgenza di focolai epidemici.

I dati

In generale, a prescindere dall’entrata in vigore dell’obbligo circa a metà anno, i bambini e ragazzi tra 2 e 16 anni (circa 680.000 soggetti) hanno raggiunto il 95,5% di copertura per 3 dosi di poliomielite (rappresentativi anche per i vaccini per polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B, emofilo) e il 94,7% di copertura per una dose di morbillo (rappresentativa anche per la parotite e la rosolia). La crescita vaccinale è significativa: dopo la crisi, peraltro nazionale, di adesione del 2013 (87,1% per il morbillo e 91,3% della polio), e alla luce dei rilevamenti del 2015, che segnalavano 91,5% per il morbillo e 92,6% per la polio.