Comodi, eleganti, ma anche potenzialmente pericolosi per la salute. Gli utensili da cucina in plastica nera, molto apprezzati per il loro design moderno e praticità, potrebbero nascondere rischi legati alla presenza di composti chimici dannosi. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Chemosphere, che ha attirato l’attenzione degli esperti, i quali invitano alla cautela nell’utilizzo di questi strumenti, in attesa di ulteriori approfondimenti.

Secondo lo studio condotto dai ricercatori dell’organizzazione no-profit statunitense Toxic-Free Future, guidati da Megan Liu, oltre il 70% degli oggetti in plastica scura analizzati – tra cui mestoli, spatole e contenitori per alimenti – conteneva ritardanti di fiamma bromurati, sostanze chimiche potenzialmente tossiche per la salute umana. Ma cosa sono esattamente questi composti e perché costituiscono una minaccia?

Cosa sono i ritardanti di fiamma bromurati?

I ritardanti di fiamma bromurati sono additivi chimici utilizzati per prevenire o rallentare l’incendio di vari materiali, tra cui plastiche, tessuti, elettronica e arredamenti. A causa della loro capacità di ridurre la combustibilità, vengono ampiamente impiegati in una vasta gamma di prodotti, tra cui elettrodomestici e dispositivi elettronici. Tuttavia, l’uso di queste sostanze è stato oggetto di preoccupazione negli ultimi anni, poiché numerosi studi hanno evidenziato i loro effetti nocivi sulla salute umana.

«Non si tratta di effetti immediati o acuti, come nel caso delle tossinfezioni alimentari, ma di effetti a lungo termine», spiega il professor Agostino Macrì, esperto di sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori e docente presso l’Università Campus Biomedico di Roma. «L’accumulo nel nostro organismo di ritardanti di fiamma bromurati può causare problemi di salute gravi nel tempo», aggiunge.

I rischi per la salute

L’esposizione cronica a ritardanti di fiamma bromurati è stata collegata a una serie di disturbi. Studi su modelli animali e sull’uomo hanno suggerito che questi composti chimici possono alterare l’equilibrio ormonale, compromettere la fertilità, danneggiare il fegato e persino disturbare lo sviluppo neurologico dei bambini. Inoltre, questi additivi chimici sono in grado di attraversare la barriera placentare, con possibili danni anche al feto. Nel 2015, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato alcune di queste sostanze come potenzialmente cancerogene. Recenti ricerche, come quella pubblicata su JAMA Network Open, hanno anche rilevato che chi ha livelli elevati di ritardanti di fiamma nel sangue potrebbe avere una probabilità triplicata di sviluppare il cancro rispetto a chi presenta livelli più bassi.

Perché li troviamo negli utensili da cucina

Il problema si complica quando si tratta di prodotti riciclati. Molti utensili da cucina in plastica nera, infatti, derivano da componenti elettronici riciclati, nei quali sono presenti ritardanti di fiamma bromurati. Sebbene l’uso di queste sostanze chimiche nei prodotti a contatto con il cibo sia vietato o limitato, il processo di riciclo delle plastiche non sempre garantisce una separazione adeguata dei materiali contaminati. La plastica nera, in particolare, è spesso utilizzata per miscelare diverse plastiche senza evidenti differenze di colore, e questo facilita la presenza di composti tossici anche in oggetti che non dovrebbero contenerli. Durante l’uso, ad esempio, quando un utensile da cucina entra in contatto con il calore, i ritardanti di fiamma possono essere rilasciati e trasferiti nel cibo, con il rischio che vengano poi assorbiti dal corpo.

Cosa fare?

Sebbene le quantità di queste sostanze chimiche trasferite nel cibo siano, secondo gli esperti, molto contenute, la precauzione è fondamentale. «Per ridurre il rischio, è consigliabile evitare utensili da cucina in plastica nera e optare per alternative più sicure, come l’acciaio inox o il legno», suggerisce il professor Macrì. Questi materiali non solo eliminano il rischio di contaminazione da ritardanti di fiamma, ma sono anche più resistenti e non rilasciano sostanze chimiche dannose.

Inoltre, il professor Macrì sottolinea la necessità di interventi normativi più stringenti. «È urgente che le autorità scientifiche europee si esprimano con dati più precisi e, se necessario, impongano controlli più severi sui produttori e sul sistema di riciclaggio. Ad oggi, la separazione delle plastiche trattate con sostanze vietate non è sufficiente», conclude.

In attesa di nuove regolamentazioni

La questione dei ritardanti di fiamma e dei loro effetti sulla salute continua a essere un tema di discussione tra ricercatori e autorità sanitarie. Nel frattempo, per tutelare la propria salute, i consumatori sono chiamati a fare scelte informate, prestando attenzione alla composizione degli oggetti che utilizzano quotidianamente, in particolare quando si tratta di prodotti che entrano in contatto con il cibo.

L’invito del professor Macrì è chiaro: massima attenzione, ma senza allarmismo, fino a quando non saranno disponibili dati scientifici più esaustivi. E, nel frattempo, si può sempre optare per materiali più sicuri e naturali.

Fonte: Paola Rinaldi, “Utensili da cucina in plastica nera: un pericolo per la salute?”, pubblicato su Star Bene

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia