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“Serve una nuova educazione affettiva e sanitaria. Troppi ragazzi non parlano di sessualità con il proprio padre”

Una generazione in bilico tra iperconnessione e solitudine, tra curiosità e disinformazione. I dati parlano chiaro: il 65% dei ragazzi, in base ad una ricerca effettuata dalla Fondazione Pro (Prevenzione Ricerca in Oncologia) non ha mai parlato di sessualità con il proprio padre, 8 su 10 accedono abitualmente a siti pornografici, uno su quattro ha rapporti sessuali non protetti.

E ancora: una ragazza su tre e un ragazzo su due assumono superalcolici nei weekend; il 25% delle giovani e il 18% dei coetanei maschi fuma abitualmente; il 25% dei ragazzi e il 10% delle ragazze ha fatto uso di droghe leggere. Una su due e uno su tre non praticano alcuna attività sportiva. E’ quanto emerge dalla survey realizzata da Fondazione Pro in collaborazione con Fondazione Banco di Napoli.

A tutto questo si aggiungono dati preoccupanti sull’uso precoce della rete: il 53,2% dei ragazzi ha iniziato a navigare su internet prima dei 10 anni. Oggi il 54,5% delle adolescenti e il 37,5% dei loro coetanei trascorre oltre cinque ore al giorno online, in particolare sui social come Instagram e TikTok.

Sul fronte della prevenzione, poi, siamo di fronte a un vero allarme: meno della metà delle ragazze ha ricevuto il vaccino contro l’HPV, ma soprattutto solo il 12% dei ragazzi ha fatto lo stesso.

“Questi numeri – spiega il professor Vincenzo Mirone, urologo e presidente della Fondazione PRO – non sono solo indicatori sanitari. Sono il riflesso di un mondo adulto che non parla, che ha rinunciato ad accompagnare i giovani in una delle fasi più delicate della vita. Il disagio che esplode in alcune vicende di cronaca cui assistiamo costantemente, e ancora in questi giorni, ha radici profonde, spesso trascurate”.

L’APPELLO

La Fondazione Pro, che da anni lavora sulla prevenzione oncologica maschile e sull’educazione alla salute, lancia un appello per una nuova alleanza educativa: tra famiglie, scuola, istituzioni sanitarie. “Serve un patto generazionale – continua Mirone – che metta al centro il benessere fisico ed emotivo dei ragazzi, partendo da un’educazione affettiva e sessuale seria, laica, scientifica. Serve contrastare la maleducazione sentimentale. Solo così potremo invertire una rotta che oggi, purtroppo, ci mostra una generazione senza guida. E una comunità adulta che rischia di voltarsi dall’altra parte”.

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