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L’obbligo del vaccino spaccherebbe l’Italia in due

“Oggi siamo a una svolta. Finalmente abbiamo l’arma per vincere la guerra”. Così in un colloquio con ‘La Stampa’ il ministro della Salute Roberto Speranza. Dobbiamo però, aggiunge, “evitare che un pezzo di Paese profondo possa illudersi che abbiamo già vinto. Sarebbe devastante”.

La polemica sulle dosi in Germania “è una stupidaggine” spiega, perché la ripartizione è fissa e la decide l’Ue. “Nell’immediato, la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali: il giorno, la distanza dagli stabilimenti. Dunque non c’è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno”.

Vaccino obbligatorio? “Scoppierebbe subito uno scontro ideologico, il Paese si spaccherebbe in due curve di ultrà. Non risolveremmo il problema, lo aggraveremmo”. Per la sanità solo 9 miliardi nel Recovery: “Sono stato il primo a insorgere. Mi hanno spiegato che in realtà sono già diventati 15. Mi batterò fino in fondo perché le risorse aumentino”. ANSA

Per l’infettivologo, il vaccino deve essere obbligatorio per gli operatori sanitari

La vaccinazione anticovid per gli operatori sanitari, sia nelle Rsa che negli ospedali, dovrebbe essere obbligatoria. È un dovere etico-professionale.
Altrimenti, meglio cambiare mestiere”. Così in un’intervista a ‘Il Messaggero’ l’infettivologo Massimo Andreoni.
“Questa epidemia ci ha insegnato – aggiunge – che sia negli ospedali che nelle Rsa sono stati spesso i sanitari a veicolare il Sars Cov 2. Com’è possibile che noi non facciamo entrare nemmeno i parenti e poi permettiamo ai sanitari di trasportare il virus? L’obbligatorietà è legata al lavoro che uno svolge.
Nessuno è costretto a fare il medico, l’infermiere, il militare, il poliziotto. Per alcune persone è prevista la vaccinazione obbligatoria per il ruolo che si ricopre. Non è una privazione della libertà, è una regola. E si fonda sulla stessa ragione per cui sono stati resi obbligatori i vaccini per i ragazzini che devono andare a scuola: preservare la comunità”. Il governo non ha imposto l’obbligo “perché non c’è una forza politica sufficiente per prendere una decisione che sicuramente sarebbe poco gradita ad una grande fetta dell’elettorato”.
Ritrosi alla vaccinazione ci sono anche tra gli operatori sanitari. “Non è credibile che ci sia un infermiere, un medico che sia un no-vax. Altrimenti vuol dire che è stato sbagliato dare la laurea a ciascuno di loro”. L’ordine dei medici potrebbe intervenire per raccomandare la vaccinazione? “Sì, lo può dire anche l’ordine dei medici. Ma la questione si limiterebbe ad un problema etico e deontologico. Queste decisioni le deve prendere il governo”. Gli operatori titubanti “sono tantissimi. Almeno un terzo non si vaccinerà”. (ANSA).