La professione del farmacista, storicamente considerata una delle più ambite, soprattutto nei piccoli centri e in provincia, sta vivendo una fase di difficoltà. Se un tempo il farmacista rappresentava un punto di riferimento fondamentale per la salute della comunità, oggi sembra trovarsi nel bel mezzo di una crisi che sta coinvolgendo diverse professioni sanitarie. Secondo un report di Federfarma basato sui dati di AlmaLaurea, i laureati in farmacia sono in calo, passando dai 5.095 del 2017 a poco più di 4.000 nel 2023.

Questo calo si inserisce in un contesto più ampio, che evidenzia una carenza di professionisti sanitari in tutte le aree, farmacia inclusa. Come spiegato da Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), sebbene la domanda di farmacisti sia rimasta elevata, negli ultimi cinque anni si è perso circa il 20% dei laureati. Un fenomeno che riguarda non solo le farmacie indipendenti, ma anche le catene nazionali e internazionali, che occupano circa 1.200 farmacie in Italia.

Nonostante l’evoluzione normativa e la liberalizzazione del settore, che ha aperto nuove opportunità di carriera, il professionista del farmaco sembra essere meno attratto da un percorso che, a distanza di anni, non sembra garantire una remunerazione adeguata. La retribuzione media per un neolaureato si aggira intorno ai 1.400 euro netti al mese, con un aumento modesto a cinque anni, arrivando a 1.640 euro. Un livello che, per molti, non giustifica l’impegno richiesto dalla professione, che spesso si scontra con una burocrazia e una carenza di supporto strutturale.

A fronte di una domanda di farmacisti ancora significativa, la difficoltà di attrarre nuovi laureati dipende anche dalla percezione del lavoro come meno appagante rispetto ad altri settori, come l’industria farmaceutica, dove le opportunità professionali sono più ampie e meglio remunerate. Inoltre, la crescente pressione sul sistema sanitario, accentuata dalla pandemia di Covid-19, ha contribuito a un cambiamento delle priorità generazionali, con molti giovani che preferiscono scegliere professioni più compatibili con la vita privata.

Un altro fattore cruciale è la capillarità della rete di farmacie in Italia: con oltre 20.000 farmacie sul territorio, l’offerta di lavoro è saturata in molte zone, e le farmacie stentano a trovare nuove leve da inserire nel sistema. L’andamento della professione sembra dunque essere in un momento di stallo, tra una domanda che non trova più risposta adeguata e una situazione economica che fatica a garantire una giusta valorizzazione della professione.

Quello che emerge è una professione in cerca di una nuova identità, che necessita di un rilancio sia in termini di remunerazione che di riconoscimento del valore sociale del farmacista, per restare al passo con i cambiamenti e le sfide che il settore sanitario sta affrontando.

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