Terzo incontro di divulgazione medico-scientifica organizzato dall’associazione SUMOV – Suono e Movimento – a Palazzo Toaldi Capra di Schio. Sergio Cannas, dirigente medico I° livello nel reparto di Cardiologia dell’azienda ospedale di Santorso, ospite della serata, ha trattato il delicato e importante tema dell’infarto: come si previene, quali sono le categorie più a rischio, come si cura e in che modo viene effettuata la riabilitazione.
Secondo i dati dell’Unione europea, le malattie del sistema cardiocircolatorio occupano un’abbondante fetta – circa il 43% – delle premesse epidemiologiche di mortalità; proprio per questo il medico invita a operare un investimento importante sulla propria salute: un investimento “a lunga scadenza” che garantisca risultati in termini di benessere soggettivo e miglioramento della qualità di vita immediati. Obbiettivo è quello di evitare le cause della malattia cardiovascolare cronica, riducendo così anche il rischio di patologie complementari.
Su quali azioni, allora, bisogna investire? È di fondamentale importanza, afferma il relatore, riconoscere innanzitutto i fattori di rischio:
ipertensione (pressione arteriosa sistolica superiore a 160, o diastolica superiore a 95 mmHg);
ipercolesterolemia (colesterolemia uguale o superiore a 240 mg/dl);
diabete (glicemia maggiore o uguale a 126 mg/dl);
sindrome metabolica (obesità centrale: circonferenza vita superiore a 102cm negli uomini e 88cm nelle donne; alterata regolazione della glicemia: glicemia a digiuno maggiore o uguale a 110 mg/dl, o pregressa diagnosi di diabete; trigliceridemia elevata: maggiore o superiore a 150 mg/dl; colesterolemia – HDL bassa: maggiore o superiore a 40 mg/dl negli uomini e 50 mg/dl nelle donne; pressione arteriosa elevata: maggiore o superiore a 130/85 mmHg, o in trattamento antipertensivo);
abitudine al fumo (viene considerato fumatore chi fuma anche solo una sigaretta al giorno, a settimana o al mese) e abuso di alcool;
familiarità (per malattie cardiovascolari sclerotiche).
Oggi assistiamo ad un sensibile aumento del rischio di patologie cardiovascolari, dovuto in particolare all’evoluzione della società moderna: ci alimentiamo di più e peggio rispetto ai nostri antenati, e tendiamo ad una vita troppo sedentaria, caratterizzata da poco movimento fisico. Date queste premesse, dunque, è davvero importante svolgere un’efficace azione di prevenzione, partendo dal miglioramento del nostro stile di vita, passando attraverso una corretta alimentazione (dieta ipocalorica), e monitorando in particolar modo la colesterolemia: è infatti dimostrato che ogni riduzione di colesterolo LDL di 30 mg/dL riduce il rischio di coronaropatia del 30%. Secondo lo studio “LEOGRA”, curato del dott. Francesco Guglielmi e riportato dal dottor Cannas, la popolazione dell’Alto Vicentino dovrebbe inoltre porre un’attenzione doppia riguardo al rischio di patologie cardiovascolari: le ricerche hanno individuato una correlazione genetica, tramandata dalla “razza cimbra”, che dimostrerebbe un maggior rischio cardiovascolare rispetto ad altre popolazioni del Veneto.
Trattandosi del cuore, l’organo più importante del nostro organismo, l’attenzione dunque non è mai troppa; e se non operiamo i dovuti “investimenti”, le conseguenze possono essere disastrose. Come si manifesta quindi l’infarto? I principali sintomi sono: dolore prolungato (diversi minuti, anche un’ora) alla regione sternale anteriore e/o epigastrica (può mancare o essere solo lieve nei diabetici); irradiazione al braccio sinistro, alla mandibola, alla schiena; sudorazione; nausea o vomito; dispnea (respirazione difficoltosa); perdita di conoscenza. In presenza di tale sintomatologia, il consiglio migliore rimane quello di chiamare il 118 o recarsi al più presto in Pronto Soccorso, dove il paziente verrà immediatamente sottoposto ai dovuti esami ematochimici, che consentiranno di stabilire la presenza di un danno cardiaco o di un’importante sofferenza del cuore. L’elettrocardiogramma aiuterà poi nella diagnosi dell’infarto: la terapia farmacologia, a questo punto, consisterà nella somministrazione di composti che agiscono sulla trombosi (occlusione del vaso), di vasodilatatori, di farmaci che rallentano il battito cardiaco, farmaci che aiutano la contrazione del cuore e farmaci ipolipemizzanti.
La fase successiva è la riabilitazione cardiovascolare, programma che include molteplici componenti e che viene svolto da un team di specialisti: cardiologo, dietologa, tecnica di riabilitazione, infermiere professionale e psicologo. Un processo, quello della riabilitazione cardiovascolare, che viene svolto in maniera eccellente dall’azienda ULSS 4 Alto Vicentino, tanto da annoverare la struttura tra i primi dieci posti in Italia per quanto riguarda la cura degli infartuati.
In conclusione, ricorda Cannas, è sempre bene ricordare che piccoli investimenti possono rendere grandi capitali, soprattutto quando si parla di salute. I progressi compiuti dalle Scienze Mediche hanno reso possibili fondamentali passi avanti nella diagnosi, nella prevenzione e nel trattamento della malattia vascolare: grazie a queste conoscenze molte persone non si ammalano e quelle malate ottengono un rapido ritorno allo stato di salute e sono in grado di riprendere una vita normale (talora migliore).
Un tema, quello dell’infarto, molto sentito dal pubblico, che ha partecipato numeroso e in maniera attiva all’incontro, ponendo svariate domande all’ospite della serata.
A conclusione dell’evento, Filippo Tazzer, in arte Soultaz, giovane dj, music lover e collector scledense, ha “riportato l’armonia” nei cuori dei presenti attraverso una selezione musicale soul-jazz: passando da brani di Sade a pezzi di Stevie Wonder, il caldo suono del vinile, mescolato al rumore della pioggia e immerso nell’atmosfera ovattata della sala, ha segnato il perfetto epilogo di una piacevole serata.
Alessandro Mafrica