Una risonanza magnetica può rintracciare se un bambino ha problemi comportamentali. Si tratta dello spettro di comportamenti persistenti, aggressivi e antisociali, come il disturbo della condotta e che potrebbero essere dovuti a diversità della struttura del cervello rispetto alla struttura classica.
Lo studio
Il gruppo di ricerca ha condotto un’analisi su un campione di 1185 giovani con disturbo della condotta, di età media pari a 18 anni, per il 28,6% donne e per il 71,4% uomini, e 1253 giovani (35,6% donne e 64,4% uomini) con sviluppo tipico e di età pari a 13,5 anni o inferiore.
Attraverso la valutazione delle risonanze magnetiche dello spessore corticale dei due gruppi è stato possibile rintracciare un primo modello di differenziazione. “Rispetto ai giovani con sviluppo tipico – scrivono i ricercatori -, il gruppo con disturbo della condotta aveva una superficie inferiore in 26 regioni corticali e una superficie totale mediamente inferiore. Lo spessore corticale differiva nella corteccia cingolata anteriore caudale e nelle rive del solco temporale superiore. Il gruppo con disturbo della condotta presentava anche volumi più piccoli di amigdala, nucleo accumbens, talamo e ippocampo. La maggior parte delle differenze è rimasta significativa anche dopo aver adattato i dati in base a fattori quali il disturbo ADHD o al quoziente intellettivo. Non sono state rilevate differenze per genere o per età. Sono state riscontrate poche differenze tra i sottotipi di disturbo della condotta definiti dal DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ndr). Tuttavia, gli individui con elevati tratti callosi-anemotivi (che posseggono mancanza di senso di colpa ed empatia, ndr) hanno mostrato differenze più diffuse rispetto a quelli con bassi tratti callosi-anemotivi”.