Italiani sempre più a rischio ansia e attacchi di panico, con percentuali in aumento per tali disturbi. A rilevarlo è l’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) che in un sondaggio on line, al quale hanno risposto oltre 700 soggetti tra i 19 e i 60 anni, ha voluto indagare quanto abitualmente le persone sperimentino alcuni dei sintomi tipici dell’ansia e del panico. Dai risultati è emerso che il 79% di coloro che hanno risposto al sondaggio ha avuto, durante l’ultimo mese, manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia; il 73% si percepisce come una persona molto apprensiva, che si preoccupa facilmente di piccole cose/situazioni; il 68% dichiara di avere non poco disagio a stare lontano da casa o da luoghi familiari, mentre il 91% trova molto spesso difficoltà nel rilassarsi.
“Questi dati descrivono uno scenario molto complesso e preoccupante e spesso sottovalutato soprattutto dai più giovani – afferma Paola Vinciguerra, presidente Eurodap ed autrice insieme ad Isabel Fernandez, presidente EMDR Italia e Europa, del libro ‘Il panico ospite imprevisto. Diagnosi del disturbo e terapia EMDR’ -. Episodi di ansia non sono da minimizzare poiché, se ignorata, potrebbe generare a sua volta un attacco di panico. Tale esperienza viene spesso vissuta come un vero e proprio evento traumatico”.
Inizialmente, quando l’ansia è ancora sostenibile, spiega l’esperta, “proviamo un lieve stato di apprensione assieme a sintomi fisici e psicologici multipli come palpitazioni, leggera sudorazione e un’iperfocalizzazione sulla situazione o l’oggetto in questione. L’aumento dell’adrenalina nel nostro sistema scatena inoltre una serie di processi neurochimici tali da far aumentare il battito cardiaco, predisponendoci poi ad un’eventuale iperfocalizzazzione sulle sensazioni provate, scatenando così un comportamento d’urgenza di allontanamento dalla fonte di minaccia/pericolo”.
Da qui alcuni suggerimenti per far fronte a questa condizione di panico qualora si presentasse: “Innanzitutto imparare a respirare per rilassarsi – afferma la psicoterapeuta – e poi essere presenti nel qui ed ora cercando di tener presente anche durante un attacco di panico che esso ha una fine; ciò può infatti essere utile per riacquisire la calma perduta. Fondamentale è anche saper spostare l’attenzione: l’eccesso di concentrazione verso ciò che si sta provando durante un attacco di panico fa si che tale esperienza sia vissuta come qualcosa di pericoloso. Saper spostare, invece, l’attenzione altrove può permetterci di distanziarci dai sintomi fisici e dai pensieri catastrofici”.
Il disturbo di attacco di panico si manifesta generalmente tra i 15 ed i 35 anni, con una seconda punta d’insorgenza tra i 44 ed i 55 anni; diffuso in misura maggiore nella popolazione femminile, è in aumento tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager.