Thiene. La musica ti fa più intelligente? … sicuramente il Coro giovanile ti fa felice

Giornalisti Altovicentinonline

2 anni fa

(Redazionale)Quanto è importante fare musica fin da piccoli, o addirittura ancora prima di nascere, ma soprattutto cosa vuol dire ‘fare musica’ per un bambino? Fare musica fa bene solo ai bambini o anche ai più grandi? Ne parliamo con Silvia Azzolin, dal 1996 direttrice del Coro giovanile di Thiene, insegnante e ricercatrice in ambito musicale e didattico.

In questi ultimi anni c’è un pullulare di proposte musicali, fin da quando i bambini sono nella pancia della mamma, è davvero così fondamentale fare musica fin da bambini?

Un articolo di Nature del 1993 presentava i risultati di una ricerca secondo cui studenti universitari che ascoltavano Mozart miglioravano l’intelligenza spaziale, il fenomeno prese il nome

Di “Effetto Mozart”. Sebbene l’affermazione abbia suscitato notevoli polemiche nella comunità scientifica dopo l’impossibilità di replicarne i risultati, il pubblico ha accolto l’idea, facendo nascere intere imprese commerciali basate sul fatto che ascoltare Mozart rende più intelligenti.

Secondo la scienza, però, ascoltare un po’ di Mozart non può migliorare le nostre prestazioni intellettive, come sostiene, tra gli altri, anche Samuel Mehr, ricercatore dell’Università di Harvard (USA), in uno studio appena pubblicato su Plos One.

E allora? Perché fare musica?

Perché la musica ci piace, come spiega molto bene nel suo libro Silvia Bencivelli (2011), e ci piace da più di 40.000 anni, come dimostra quello che sembra il più antico flauto mai ritrovato, e continua a piacere, dal momento che gli italiani, ad esempio, ascoltano musica 16 ore a settimana, e i giovani fino a 64 ore (fonte: IFPI, 2021).

Forse non è stato dimostrato in modo inequivocabile il legame tra musica e intelligenza ma tanti hanno contribuito a mostrare gli effetti della musica sulla percezione uditiva, sul linguaggio, sulla memoria, sul mondo affettivo ed emotivo, sul benessere, in particolare per chi pratica la musica, suonando uno strumento o cantando. Il fare musica, infatti, ha degli effetti anche sulla neuroplasticità del cervello che viene impegnato in azioni molto difficili per riuscire a suonare e a cantare, e così ‘i neuroni’ si allenano.

Meglio ascoltare, cantare o suonare?

Non c’è una graduatoria nelle pratiche musicali, ci sono vissuti, esperienze che, soprattutto nei bambini, devono rispondere ai loro bisogni e al rispetto del loro sviluppo armonico. Questo, per noi del Coro giovanile, significa avere grande attenzione al proporre attività che facilitino lo sviluppo naturale della musicalità fin dai primi anni di vita, proposte musicali che siano alla portata di tutti, ma che costituiscano comunque un’esperienza significativa.

Cosa proponete al Coro giovanile di Thiene per far vivere esperienze musicali arricchenti?

Per i piccolissimi e i loro genitori, in collaborazione anche con la Biblioteca civica di Thiene, sempre molto collaborativa, proponiamo il percorso di Coccole in musica: Eleonora Donà, logopedista e cantante, e Valentina Trabaldo, educatrice di nido e cantante, giocano con i suoni, musiche, ritmi, colori con piccoli gruppi di bimbi e bimbe fino ai 3 anni insieme ai loro genitori in brevi cicli di incontri che intendono far riscoprire la naturalezza della relazione musicale. Non andiamo alla ricerca di metodi particolari (il metodo è uno e noi siamo tutti diversi) o di percorsi ‘alla moda’, crediamo fermamente che osservare i bambini nei loro ‘giochi sonori’ spontanei, ci permette di scoprire moltissimi modi per fare musica con loro, e che la tradizione orale, i canti e le musica delle nostre nonne, racchiudano delle perle preziose, alla portata di tutti, che debbono essere conservate e tramandate, come insegnano i musicisti-ricercatori della Bandabrian, con cui abbiamo inciso il CD ‘L’ometo picinin’, una raccolta di canti veneti per bambini.

E per i più grandi?

L’esperienza musicale, con le diverse età, si diversifica: dall’esplorazione si passa al gioco musicale, poi alla sintonizzazione ritmica e sonora nel gruppo, alla cura della vocalità, intesa come sperimentazione e controllo delle potenzialità vocali della propria voce, per arrivare all’uso del codice musicale, al suonare, cantare e muoversi, fino alla realizzazione di brani cantati a più voci, accompagnati da strumenti e movimenti, a volte, ma sempre sulla base del livello del gruppo, delle sue preferenze. Con i più grandi si cerca di curare non solo l’esecuzione di brani, ma anche la consapevolezza delle proprie caratteristiche vocali: sono convinta che i ragazzi che fanno un’esperienza di coralità devono essere valorizzati nelle loro potenzialità, non ai fini della performance, ma della loro crescita personale e stimolati alla realizzazione di un progetto collettivo che andrà calibrato sulle possibilità del gruppo.

Questo ci permette di trasformare l’esperienza corale in un momento formativo e di crescita estetica e musicale, dove tutti sono chiamati a impegnarsi responsabilmente per la buona riuscita del progetto, ma non si dovrebbero sentire più o meno capaci ai fini della performance.

E quello che si sperimenta è che cantare insieme fa stare bene.

La significatività dell’esperienza è data dai progetti che costruiamo intorno all’evento, dai significati che cerchiamo di comunicare, da scelte di repertorio a volte inusuali e di ricerca, dai contesti in cui cantiamo, a volte in luoghi meravigliosi e particolarmente suggestivi, dall’imparare, comunque, ad essere sempre grati a chi ci invita o ci viene ad ascoltare.

Le nostre proposte sono, appunto, diverse per le varie fasce d’età: musica dei piccoli, dai 3 ai 6 anni, dove il gioco musicale è il mezzo attraverso cui i bambini e le bambine esprimono e sperimentano la loro musicalità; coro di voci bianche, fino ai 10/12 anni, dove viene curata la voce, il ritmo, il movimento per una crescita musicale globale, sempre nel rispetto dei tempi e dei modi adatti a bambini e bambine, ragazzi e ragazze di quest’età; il coro giovanile per ragazzi e giovani che vogliono condividere il piacere di cantare insieme.

Da quando siete attivi a Thiene?

Il Coro giovanile si è costituito come associazione nel 2004, ma esisteva come gruppo già da almeno un decennio, all’interno del Coro città di Thiene. Tra e fila del coro sono passati centinaia di bambini e ragazzi, non solo di Thiene. I genitori sono stati l’anima dell’associazione, ma i bambini e i ragazzi ne sono la forza propulsiva: la loro energia, generosità e disponibilità mi continuano a sorprendere. Abbiamo cantato in molte città in Italia e anche all’estero, abbiamo partecipato a opere musicali e a progetti di diverso genere, dal canto rinascimentale al rock dei Pink Floyd, da concerti con orchestra al musical, ma non è il curriculum del coro a tenere unito il gruppo, è l’alchimia che ci fa sentire una famiglia e il piacere generoso di cantare insieme, oltre che la passione per la musica. Non so se fare musica rende più intelligenti, sicuramente cantare insieme ci rende più felici, ci auguriamo di condividere questa passione con sempre più bambini, ragazzi e giovani…