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Marano Vicentino. La Fabrique, il sogno che dalla passione per la pasticceria diventa realtà. La storia di Anna Inderle

Il Redazionale

Entrare ne La Fabrique di Marano Vicentino dà la sensazione di mettere piede in una gioielleria e non a caso i prodotti artigianali realizzati in laboratorio a vista li trovi come custoditi in vetrine di cristallo, che la dicono tutta sulla loro qualità. La storia di Anna Inderle, la sua titolare, che ha messo in piedi una realtà imprenditoriale under 30, è affascinante ed è l’emblema della passione, del sacrificio, della voglia a tutti i costi di realizzare il proprio sogno, quando con gli studi avevi investito in tutt’altro. “Figlioccia” di Iginio Massari è sposata con Marco Facci, che definisce “la sua forza” perchè è lui il suo primo sostenitore, dopo i suoi genitori, che prima che realizzasse La Fabrique erano un po’ titubanti sull’abbandono di una professione redditizia per la quale si era laureata a Padova specializzandosi in Tecniche Audioprotesiche.

“Gestivo due negozi a Verona e applicavo soluzioni acustiche”, racconta la titolare della pasticceria moderna di Marano Vicentino, che è un bijou del nostro territorio.

” All’Università avevo voti altissimi ed ho iniziato a lavorare per Amplifon, che mi ha dato subito fiducia. Portavo a casa tanti soldi, ma dentro di me percepivo qualcosa di non realizzato, qualcosa di non espresso. Non ero veramente realizzata”.

E’ qui che la storia di questa ragazza di origine scledense diventa avvincente perchè Anna Inderle inizia una sorta di introspezione facendo i conti con se stessa per comprendere cosa volesse veramente dalla vita. Non le bastano le soddisfazioni di un lavoro che intuisce non la appaga veramente e sa di essere ancora giovane per arrendersi alle pulsioni che il sogno dà. Il marito diventa il primo complice del suo cammino verso il desiderio che deve essere coltivato assecondando la passione autentica e nel 2019, rivoluziona la sua vita gettandosi a capofitto nel food. E’ lì che va il suo cuore, è in quella direzione che batte fortissimo. Da manager di due negozi, si mette a fare la cameriera e nella taverna di casa dei genitori a Giavenale allestisce un piccolo laboratorio, dove sperimenta i primi dolci. Compra un abbattitore, il suo primo forno professionale. Si iscrive ad un corso di pasticceria ed è così che inizia il secondo tempo di una vita che adesso le fa brillare gli occhi.

“Devo ringraziare un pasticcere che a Thiene mi ha dato la possibilità di lavorare in laboratorio e apprendere la manualità – racconta Anna – . La svolta e l’emozione più grande è arrivata con l’esperienza con il grande Iginio Massari, maestro di Pasticceria e volto noto della televisione italiana. “Non riuscivo a crederci quando sono stata selezionata, è stata una esperienza straordinaria non solo per le competenze che questo insegnante sa darti, ma per il rigore che contraddistingue il suo modo di lavorare – spiega Anna Inderle – . Pensi che lui è sempre presente, nonostante non sia più giovane, al suo occhio attento non deve sfuggire niente. Con lui ho potuto sperimentare tutti i reparti della pasticceria, dalla biscotteria, al reparto torte, al reparto impasti, mignon…”.

Anna, cosa Le ha lasciato Iginio Massari e che Lei vede nel suo lavoro di tutti i giorni?

La precisione, la concentrazione e il rigore. Ho fatto molti sacrifici in quel periodo perchè mi dividevo tra Brescia e Schio, ma ho cercato di apprendere il più possibile. Massari è un maestro severo, ma che sa anche darti la pacca sulla spalla e gratificarti. E’ uno che premia le attitudini e seleziona i suoi allievi innanzitutto per quelle. Ho frequentato altre pasticcerie importanti, ma dopo l’esperienza con Massari, impari a fare la differenza.

Adesso parliamo de La Fabrique,  come nasce?

La Fabrique era già nella mia testa quando mi sono licenziata da Amplifon. La definisco una evocazione delle mie origini. Sono una scledense, la città di Alessandro Rossi, colui che ha lasciato il segno e non solo perchè ha creato posti di lavoro e quindi ha creato reddito, ma per la sua visione di vita vista in termini di qualità di esistenza. Anche lui ha messo in sinergia la scienza e l’arte, come avviene nel nostro laboratorio. Qui non si producono solo dolci che devono deliziare il palato, ma si pensa, quando si realizzano, alle emozioni che possono provocare con tutti i sensi. Perchè diciamolo chiaramente, il cibo sa donare emozioni. Il riferimento all’arte anche perchè quando preparo i miei dolci mi ispiro alle opere d’arte.

Quali sono le doti che un pasticcere deve avere e che sono imprescindibili?

Precisione e creatività

Cosa fa la squadra de La Fabrique?

Si occupa di pasticceria contemporanea dolce e salata, organizza eventi privati anche presso il nostro showroom di Marano, catering, degustazioni, lavoriamo moltissimo con i matrimoni di alto livello e chi vuole un certo tipo di festa sa che il food, dolce e salato, è fondamentale. Infatti lavoriamo con wedding planner  e destination wedding planner. Occorre fare crescere la cultura enogastronomica, che comunque ultimamente ha compiuto grandi passi. Ma la strada è ancora lunga perchè c’è ancora chi ti contesta che un cornetto costi un euro e 50 non riconoscendo il valore artigianale di quello che acquista poco di più di qualcosa di un dolce industriale.

Ha raccontato che i suoi genitori erano un pochino spaventati quando hai deciso di lasciare il tuo lavoro sicuro e ben stipendiato…Ora come la pensano?

Sono orgogliosi di me, come lo sono io che ho dato ascolto al mio cuore e alla mia voglia di esprimere quello che sentivo. Ricordo che per festeggiare il primo anno di attività alla Fabrique abbiamo organizzato un White Party, che mi ha fatto comprendere il valore e la grandezza di poter realizzare i propri sogni. E’ stata una festa bellissima, con Luciano Gaggia, i miei collaboratori e tutte le persone che hanno voluto partecipare al mio percorso professionale. E’ stata l’occasione per fare una sorta di bilancio e dire che ne è valsa la pena…