I regali poco graditi che, siano di Natale o siano stati messi da parte durante l’anno, hanno trasformato molti in “riciclatori seriali”. Una vecchia abitudine che si è trasformata in una tendenza che va consolidandosi sempre di più negli ultimi anni
In Italia, circa un italiano su tre ha confessato di averlo fatto almeno una volta. Secondo una ricerca condotta da Ipsos per eBay, il fenomeno è in costante aumento: la percentuale di consumatori che hanno deciso di rivendere un regalo subito dopo Natale è raddoppiata negli ultimi cinque anni, passando dal 7% al 15%. Un dato che racconta di un cambiamento nelle abitudini degli italiani, sempre più inclini a utilizzare piattaforme online per dare una nuova chance agli oggetti che altrimenti resterebbero inutilizzati.
Con l’avvento del “second hand” e delle piattaforme di reselling, la vendita dei regali indesiderati è diventata una vera e propria opportunità di business. Piattaforme come Vinted, ma anche i marketplace di alta moda come quelli di Balenciaga e Gucci, hanno aperto nuovi orizzonti per chi vuole vendere e acquistare prodotti di seconda mano, ma di qualità. La tecnologia, infatti, non è l’unica protagonista di questo cambiamento. Accanto ai dispositivi elettronici, anche libri, abbigliamento e accessori sono tra le categorie più scambiate e “riciclate”. In particolare, tech items come smartphone, console e videogiochi, ma anche libri e fumetti, sono i regali più rivenduti subito dopo le festività.
Anche se i guadagni non sono sempre altissimi – si parla in media di circa 50 euro per ogni oggetto rivenduto – la motivazione principale che spinge le persone a svuotare i cassetti e mettere in vendita gli articoli indesiderati non è tanto quella di fare soldi, quanto piuttosto il desiderio di non sprecare e di dare una nuova vita agli oggetti, riducendo così l’impatto ambientale dei consumi.
Chi rivende di più?
Il regifting non si limita al periodo natalizio: anche i regali di compleanno sono frequentemente messi in vendita. Il fenomeno riguarda persone di età diverse, ma si concentra in particolare nelle fasce di età 23-34 anni e 35-44 anni. Questo trend è spiegato da due fattori principali: la familiarità con le piattaforme online di reselling e un crescente orientamento verso pratiche più sostenibili e di riciclo. Le nuove generazioni, infatti, sono più sensibili ai temi della sostenibilità e sono più propense a utilizzare i marketplace per scambiare beni, riducendo così il loro impatto ambientale.
La paura di essere scoperti
Nonostante la crescente diffusione di questa pratica, alcuni fattori continuano a frenare molti dal rivendere i regali ricevuti. Innanzitutto, persiste un certo “bon ton” che, seppur in declino, ancora fa sentire il peso della convenzione sociale. La percentuale di chi considera “poco carino” vendere i regali ricevuti a Natale è calata dal 42% al 34% negli ultimi cinque anni, ma c’è ancora una resistenza. Inoltre, il timore di essere scoperti da chi ha fatto il regalo e giudicati negativamente per questa scelta è un altro deterrente, anche se la percentuale di chi ha paura di essere smascherato rimane stabile al 16%.
Una nuova mentalità
Ciò che emerge da questo fenomeno è un cambiamento più ampio nel modo di pensare al consumo e ai regali. Le persone sono sempre più consapevoli del valore del riciclo e del riuso, preferendo ridurre lo spreco e dare nuova vita a ciò che non serve più. Il regifting sta diventando una nuova norma, non più vista come un gesto irrispettoso, ma come una forma di sostenibilità intelligente.
In conclusione, mentre il regifting potrebbe sembrare inizialmente un comportamento disonorevole o imbarazzante, sta lentamente evolvendo in una prassi socialmente accettata. Le piattaforme online, con la loro capacità di trasformare gli oggetti inutilizzati in opportunità, hanno definitivamente segnato una nuova era nel consumo e nella gestione dei regali. Dopotutto, il miglior regalo è quello che trova il suo giusto destinatario, anche se non è lo stesso a cui era stato destinato inizialmente.