L’ultima analisi di Nomisma dimostra che il Superbonus può vantare una serie di benefici che lo rendono uno strumento imprescindibile per trainare il Paese verso una sana e completa transizione ecologica.

È quanto emerge dal primo Bilancio Sociale e Ambientale del Superbonus 110%, l’analisi presentata da Nomisma in occasione del convegno “…C’è transizione senza superbonus?” promosso da Nomisma e ANCE EMILIA Area centro, i Costruttori di Bologna, Ferrara e Modena, che mette in luce i benefici dell’agevolazione sul territorio nazionale, con una particolare attenzione all’impatto che essa ha avuto sia sul piano ambientale sia sul piano sociale.

I 38,7 miliardi di euro fino a ora investiti dallo Stato hanno generato un valore economico pari a 124,8 miliardi di euro (cioè il 7,5% del PIL), così composto: la spesa aggiuntiva derivante dal Superbonus genera una produzione nel settore stesso ed in tutti i settori che devono attivarsi per produrre semilavorati, prodotti intermedi e servizi necessari al processo produttivo, generando un valore diretto di 56,1 miliardi. A questi si aggiungono 25,3 miliardi di euro generati dalla catena di azioni e reazioni indotte dalla produzione del prodotto costruzioni. In ultimo, le produzioni dirette e indirette remunerano il fattore lavoro con redditi che alimentano una spesa in consumi finali che richiede maggiori produzioni, comportando così un valore indotto di 43,4 miliardi di euro.

Per ogni beneficiario, inoltre, Nomisma prevede che l’investimento statale consentirà di generare un risparmio annuo medio in bolletta di ben 500 euro.

All’interno del bilancio, Nomisma ha valutato l’impatto ambientale generato dalla misura del Superbonus, ma anche in che modo l’investimento effettuato abbia contribuito e possa contribuire fattivamente alla politica di transizione ecologica. Il settore delle costruzioni è uno dei maggiori produttori globali di CO2, responsabile di circa un terzo delle emissioni globali. Il Superbonus ha già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979 mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4%con 3 salti di classe energetica. Inoltre, la misura sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico/pannelli solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di interventi: grazie a tale strategia, sono stati immessi in consumo ben 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili – con una previsione di inserimento di ulteriori 37 milioni per i cantieri ancora in attivazione – dimostrando così che il Superbonus è una strategia irrinunciabile all’interno della transizione ecologica nazionale. Infine, il Superbonus opera esclusivamente sul patrimonio immobiliare esistente, producendo effetti positivi sul contenimento di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e infrastrutture collegate: i vantaggi generati dall’investimento immobiliare, da parte dei beneficiari del Superbonus, rispetto al nuovo è quantificabile in 15,3 miliardi di euro complessivi.

L’analisi si conclude evidenziando il valore sociale generato dal Superbonus 110%. I 38,7 miliardi di euro già investiti hanno comportato nel settore delle costruzioni un aumento di occupati pari a 410 mila unità, e nei settori collegati si è visto un aumento di 224 mila unità, per un totale di 634 mila occupati in più. Per quanto riguarda le famiglie, nonostante alcune evidenze mostrino che la misura abbia favorito in media i ceti medio-alti, ben 483 mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) hanno avuto l’occasione, grazie al Superbonus, di effettuare lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero: le azioni di riqualificazione.

Si segnala inoltre che la riqualificazione effettuata ad oggi sui 147.242 cantieri conclusi ha consentito un incremento del valore immobiliare di almeno 4,8 miliardi, nell’ipotesi in cui tutte le unità immobiliari riqualificate partissero dalle classi energetiche inferiori.

Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo di Nomisma: “ANCE EMILIA ci ha rivolto una domanda molto stimolante: ‘il Superbonus 110%, che oggi tutti stanno criticando, è una misura che ha avuto o meno dei rivolti positivi? È evidente che questa misura abbia delle pecche, avendo infatti subito nei suoi soli 24 mesi di vita ben 16 aggiustamenti, ma è bene considerare anche come essa abbia contribuito a generare valore e benefici sia sui singoli sia per l’intera comunità. L’analisi effettuata mette in evidenza che a fronte di alti costi di realizzazione, il Superbonus 110% ha fatto emergere una domanda strutturale che andrà a beneficio di tutti, soprattutto delle generazioni future che potranno godere di immobili riqualificati, dalla vita più lunga e, inoltre, ecologica”.

Leonardo Fornaciari, presidente di ANCE Emilia: “Abbiamo organizzato questo convegno e commissionato la ricerca esclusiva a Nomisma perchè riteniamo fondamentale che la misura espansiva del 110%, che non grava sui conti pubblici ma anzi li migliora generando ricchezza, occupazione e benessere per i cittadini contribuendo significativamente all’innalzamento del PIL, non debba più essere oggetto di tanta disinformazione e di un ingiustificato atteggiamento di sfiducia; sono gli elementi che hanno avuto il nefasto effetto di bloccare l’avanzamento degli interventi di riqualificazione energetica, creando enormi problemi alle imprese, all’occupazione e a milioni di famiglie italiane che si vedono i lavori bloccati. Oggi abbiamo dimostrato con la chiarezza dei numeri che non può esistere un piano di transizione ecologica senza il Superbonus. Se la misura non verrà resa strutturale, non raggiungeremo gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e non saremo in grado di rispettare gli impegni assunti in Europa; e ad oggi, questo processo è bloccato ed è prioritario ed urgente riavviarlo subito, rimettendo in moto il mercato delle cessioni dei crediti. Le nostre imprese non possono più aspettare. Non facciamo che una vera opportunità diventi una piaga sociale per il paese. Non sprechiamo la più efficace misura verso la transizione ecologica dell’Italia”.

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