Superata la formula “detrazione per i figli a carico”, una serie di interventi a sostegno dei genitori e dei figli.
Al centro c’è l’assegno unico riconosciuto a entrambi i genitori (metà ciascuno) per tutti i figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni di età. L’assegno spetta fino a 21 anni, ma con importo ridotto, se i figli studiano o sono impegnati in programmi di formazione, oppure svolgono il Servizio civile universale.
L’assegno si chiama “unico” perché riunisce tutti i vari contributi riconosciuti finora alle famiglie con figli: dagli assegni familiari per i lavoratori dipendenti alle detrazioni per i figli a carico fino al bonus bebè e alle maggiorazioni per famiglie numerose. Ed è “universale” perché avrà una base fissa per tutti a prescindere dal reddito e un importo variabile aggiuntivo legato alle dichiarazioni Isee; ne possono beneficiare anche i lavoratori autonomi e gli incapienti (coloro che non hanno reddito rilevante agli effetti fiscali).
È necessario avere l’ISEE, (Indicatore di situazione economica equivalente) che viene valutato tenendo conto del reddito di tutti i componenti del nucleo familiare, del loro patrimonio (mobiliare ed immobiliare) e, attraverso una scala di equivalenza, della composizione del nucleo medesimo (numero dei componenti e loro caratteristiche).