L’Inps smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L’Istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate.”.

È questo il brevissimo comunicato stampa pubblicato dall’Istituto di nazionale di previdenza sociale sul proprio sito istituzionale.

Dopo l’allarme lanciato dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro, che aveva denunciato una modifica dei requisiti pensionistici operata dall’Inps sui propri applicativi, e in particolare lo scatto di tre mesi in più per la pensione di vecchiaia e anticipata a partire dal 2027, e di ulteriori due mesi dal 2029, tutte le forze politiche di opposizione si erano mosse, chiedendo immediati chiarimenti all’Inps e ai Ministeri competenti.

Dopo il comunicato stampa dell’Istituto e per tutta la mattinata di oggi, il simulatore “la mia pensione futura”, il software che l’Inps mette a disposizione dei cittadini e che consente di simulare quale sarà presumibilmente la pensione al termine dell’attività lavorativa, era rimasto in down “per manutenzione.

Il calcolo si basa sulla normativa in vigore e su tre elementi fondamentali: età, storia lavorativa e retribuzione/reddito.

Il software è tornato attivo nel pomeriggio, riprendendo a funzionare, ma stavolta con l’eliminazione del requisito degli ulteriori tre mesi per l’accesso alla pensione dal 2027 e i due mesi a partire dal 2029.

Anche se per il momento il “pericolo” pare scongiurato, rimane da considerare che, secondo le stime dell’Istat, l’adeguamento della speranza di vita – che dopo il covid è tornata a salire – porterebbe ad un aumento della soglia attuale, con l’età di vecchiaia che salirebbe a 67 anni e 3 mesi d’età.

Per cui, anche se i requisiti per andare in pensione rimangono attualmente bloccati fino al 2026, non è del tutto inattendibile il fatto che, dall’anno successivo, potranno essere assoggettati ad aggiornamenti.

Fabrizio Carta

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