Dopo il 2020, annus horribilis della pandemia, il “popolo” delle partite Iva è tornato ad aumentare e oggi la platea è stabilmente sopra i 5 milioni di effettivi.
Lo rileva l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia).
Al 31 dicembre scorso contavamo 5.045.000 lavoratori indipendenti, ma sebbene il numero sia in leggero aumento rispetto a quattro anni fa, va segnalato che rimane ben lontano dai 6,2 milioni degli inizi del 2004, vent’anni fa.
Nei primi 9 mesi del 2023 l’andamento dei lavoratori indipendenti non ha però, interessato tutte le regioni.
Sono però in costante diminuzione le attività che costituiscono il lavoro autonomo “classico”, che rappresentano quasi il 75% circa del totale: artigiani, piccoli commercianti e agricoltori. Tra il 2014 e il 2022 il numero complessivo di queste tre categorie è sceso di 495mila unità. Gli agricoltori sono diminuiti di 33.500 unità (-7,5%), i commercianti di 203.000 (-9,7%) e gli artigiani di quasi 258.500 (-15,2%).
Diversamente, sono in espansione le partite Iva senza albo od ordine professionale, tra cui i web designer, i social media manager, i formatori, i consulenti agli investimenti, i pubblicitari, i consulenti aziendali, i consulenti informatici, gli utility manager, i sociologi, gli amministratori di condominio.
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