Il Ddl annuale per il mercato e la concorrenza, approvato il 12 dicembre 2024 in via definitiva, ha stabilito un tetto massimo del 5% sulle commissioni che le società emettitrici di buoni pasto possono richiedere agli esercenti, quindi ristoranti, supermercati, bar, ecc.. A partire dal 2025, la norma introdotta estende quindi al mercato privato quanto era già previsto per il mercato pubblico.
Tale novità è frutto della lunga battaglia portata avanti dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)- Confcommercio per, appunto, fissare un tetto massimo alle commissioni agli esercenti, con valori analoghi a quelli praticati in altri Paesi europei, con la vera prospettiva di arrivare ad una riforma strutturale del sistema complessivo dei ticket, che metta al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto. Il raggiungimento di una equità del mercato dei buoni pasto porterebbe ulteriori vantaggi per i consumatori, in quanto diminuirebbe il rischio, finora alto, di non trovare esercizi in cui spenderli. I buoni pasto sono, infatti, anche uno degli strumenti più diffusi di welfare aziendale e sono spesso un importante sostegno economico ai lavoratori, che usano quotidianamente i ticket per fare la spesa o consumare pasti fuori casa.
Ora la disposizione introdotta dal DDL Concorrenza troverà immediata applicazione nei confronti degli esercenti non ancora vincolati da alcun accordo negoziale con le società emettitrici di buoni pasto, mentre, per i contratti in essere, sarà a regime a partire dal 1° settembre 2025.
“La misura – spiega Ernesto Boschiero, direttore di Confcommercio Vicenza – era attesa da almeno 20 anni dagli operatori dei settori pubblici esercizi e alimentare perché va mettere fine al malcostume di dover pagare commissioni insostenibili, fino al 20% del valore nominale del ticket, per avere il rimborso dei buoni pasto incassati. Già nel 2022, attuando lo ”sciopero dei buoni pasto” indetto dalle organizzazioni di rappresentanza delle imprese di pubblico esercizio e di distribuzione commerciale, tra cui la FIPE, gli esercenti avevano cercato di cambiare la situazione facendo pressioni sulle società emettitrici. La richiesta di una riforma complessiva del sistema dei buoni pasto – continua il direttore Boschiero -, comprendeva l’applicazione agli esercenti di commissioni più basse e fisse, come era già stato fatto per il mercato pubblico, ma anche di arrivare a un rating di affidabilità per le società emettitrici e a un Fondo di garanzia per la tutela dei pagamenti alle imprese convenzionate, nonché contratti chiari e trasparenti tra emettitori ed esercizi convenzionati”.
Va però posta attenzione sulla norma introdotta dal DDL Concorrenza: per passare dal vecchio al nuovo sistema è previsto un periodo di transizione. “In questa fase- puntualizza Boschiero – è importante che gli operatori valutino bene i nuovi contratti di convenzionamento con le società emettitrici prima di sottoscriverli, perché la commissione massima del 5% deve essere considerata remunerativa di ogni altro servizio”.
Riassumendo le nuove regole, per tutti gli esercenti non ancora vincolati da alcun accordo negoziale con la società emettitrice proponente varrà immediatamente il tetto massimo del 5% di commissione, la quale andrà a remunerare ogni servizio aggiuntivo offerto agli esercenti. Eventuali clausole contrattuali contrarie saranno da considerarsi nulle. Per i contratti in essere, invece, la misura sarà a regime a partire dal 1° settembre 2025. Va altresì considerato che per i buoni pasto emessi entro il 1° settembre 2025, continueranno ad applicarsi le condizioni concordate con gli esercenti nei contratti stipulati prima dell’entrata in vigore del DDL Concorrenza, ma queste condizioni non potranno essere applicate oltre il 31 dicembre 2025.
Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio ha calcolato che l’introduzione del tetto alle commissioni nel settore privato porterà benefici quantificati, a livello aggregato in almeno 240 milioni di euro, mentre per le singole imprese potranno valere anche decine di migliaia di euro.
Buoni pasto, nuove regole e possibili impatti su aziende e lavoratori
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