Il taglio differenziato del bonus casa previsto dalla legge di bilancio, al 50% sulla prima casa e al 36% sulla seconda, porta con sé un rischio: penalizzare chi acquista un immobile, avvia la ristrutturazione ma, proprio per i lavori in corso, non può prendervi la residenza. Facendo così calare la detrazione dal potenziale 50% al 36%.
Il problema è ben noto a Confedilizia che però suggerisce di attenersi all’interpretazione che l’Agenzia delle entrate ha fornito sul superbonus nel 2023: L’Agenzia spiegava allora che, qualora l’unità immobiliare non sia adibita ad abitazione principale all’inizio dei lavori, la detrazione spetti “a condizione che il medesimo immobile sia adibito ad abitazione principale al termine dei lavori”. (ANSA).
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