Dopo meno di 10 anni di vita, il luxury center shopping che si affaccia sul Canal Grande a Venezia affoga in un buco da 100 milioni di euro e la proprietà multinazionale decide di abbandonare la “gondola”. L’annuncio della fine del centro commerciale “Fondaco dei Tedeschi” è arrivato come una doccia fredda sui veneziani, sui 226 dipendenti a rischio licenziamento e sugli imprenditori che ci avevano creduto.
“IMPATTO DRAMMATICO PER 226 FAMIGLIE E PER IL TERRITORIO”
A dare la notizia, ieri, è stato l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Venezia, Simone Venturini: “Eravamo riuniti in giunta quando abbiamo appreso con grande disappunto e preoccupazione della decisione di Dfs Group di cessare tutte le sue attività commerciali in Italia. Ciò comporta la chiusura delle attività all’interno del Fontego dei Tedeschi. Una scelta che, se confermata, avrà un impatto drammatico per 226 persone, oltre all’indotto, del nostro territorio e per le loro famiglie”. Ad rendere il boccone ancora più amaro, prosegue l’assessore, il non aver ricevuto alcun tipo di preavviso: “Altrimenti come amministrazione comunale ci saremmo adoperati per individuare, con tutti i soggetti coinvolti, possibili percorsi alternativi e diversi da una così drastica soluzione. Stiamo parlando di persone, di famiglie e non di numeri”.
Il Fondaco dei Tedeschi, palazzo storico nel cuore di Venezia riconvertito in un centro commerciale a cinque stelle per turisti facoltosi, dal settembre 2015 è in gestione della multinazionale del lusso Dfs che allora aprì, a pochi passi dal Ponte di Rialto, uno store di 10mila metri quadrati in cui trovare i brand più prestigiosi della moda e del design. Poi però è arrivato il covid, i lockdown, con il venire meno dei turisti asiatici e dell’est Europa: una crisi che ha portato ad accumulare un centinaio di milioni di debiti da cui non ci si è più rialzati. E così la decisione irreversibile di non rinnovare il contratto di locazione (con la famiglia Benetton che ha la proprietà del palazzo) che scadrà a settembre 2005: “Questa difficile decisione rientra nell’ambito di una ristrutturazione generale intrapresa da Dfs, che deriva dalla situazione e dalle prospettive economiche molto critiche che Dfs e il settore del travel retail stanno affrontando a livello globale- spiega la multinazionale in una nota ufficiale- e, in particolare, dai risultati negativi del negozio di Venezia. In questa fase di transizione, il nostro obiettivo primario è ridurre al minimo l’impatto sociale per il nostro personale”.
BATTENTI CHIUSI A FINE GIUGNO
Il cronoprogramma ormai è deciso: Il Fondaco resterà aperto fino alla fine di giugno, poi inizierà lo smontaggio degli allestimenti. I sindacati fanno sapere che sono state convocate le Rsa per la comunicazione di avvio della procedura di mobilità. Da Comune, Regione e sindacati l’impegno per ricollocare i dipendenti e la convocazione urgente di un tavolo per fare il punto della situazione e e pianificare le prossime iniziative. Resta lo sconcerto per le famiglie coinvolte dal licenziamento, per gli imprenditori che hanno investito nel Fondaco e per quello che si creerà, ovvero un buco nero nel cuore di Venezia.