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Venezia-Pechino in bici come Marco Polo

“Partiti il 25 aprile da Venezia e giunti a Pechino, al Ponte di Marco Polo, il 1° agosto dopo aver attraversato una delle Vie della Seta che ha toccato i centri principali attraversati da Marco Polo nel suo viaggio. E’ sicuramente un’impresa sportiva quella compiuta da Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, perché 100 giorni in bicicletta e su strade non propriamente sempre scorrevoli, anzi, con oltre 10mila chilometri non è impresa da poco conto, soprattutto se la si affronta a 64 e 67 anni, l’età appunto di Fiorin e Facchinetti. C’è però un’altra impresa: il viaggio, la scoperta, gli incontri, le nuove dimensioni che le Vie della Seta permettono lungo un tragitto che ha ancora molto da dire a noi contemporanei e, a maggior ragione oggi, quando, non diversamente dalla seconda metà del Duecento, si stanno riorganizzando a livello internazionale nuovi potenze geo-politiche economiche, ridefinendo così non solo modelli produttivi ma anche nuovi equilibri sociali, politici, culturali ed economici”. Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha commentato così il resoconto del progetto ciclistico “Marco Polo a pedali”, compiuto da Alberto Fiorin e Dino Facchinetti nei mesi scorsi e presentato oggi a Palazzo Ferro-Fini.

“Marco Polo è un protagonista del tramonto del Medioevo, quando un antico mondo andava scomparendo per lasciare spazio alla rivoluzione che vede il proprio motore nelle città grazie a mercanti, artigiani, maestri di bottega, notai, avvocati, medici, scrivani, artisti, banchieri. Il racconto di Marco Polo, allo stesso modo del racconto dei nostri Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, contribuì a creare le basi per la formulazione di una nuova e diversa immagine del mondo. Ed oggi abbiamo bisogno di recuperare questa dimensione: capire il mondo che cambia e comprendere dunque quale sarà il nostro ruolo domani, quali occasioni si prospettano per la nostra società, cultura ed economia”, ha proseguito il Presidente. “Non è da tutti percorrere oltre 10 mila chilometri in bicicletta, ma tutti possiamo trarre ispirazione dal viaggio di Marco Polo come dal viaggio di Alberto Fiorin e Dino Facchinetti i quali sono riusciti, come sa bene chi li seguì nel loro resoconto nei social, ad affrontare un mondo che non è europacentrico ma non per questo è meno ricco di suggestioni, idee, bellezze. Menti aperte, dunque, perché bisogna essere pronti a tutto e all’imprevisto dell’ultimo momento, ma soprattutto aperti nel confronto con gli altri, con altre culture, altre concezioni del mondo e credo che davanti a quell’Universo complesso che è l’Oriente ci si sente piccoli ma si torna a casa arricchiti in maniera straordinaria, grazie a un viaggio lento, in cui è stato possibile assaporare praticamente ogni chilometro, ogni angolo o scorcio di panorama: una lezione stupenda che lascio ai nostri protagonisti descrivere perché loro hanno vissuto questo viaggio. Come disse Marco Polo ‘Non ho descritto neppure la ventesima parte delle cose che ho visto’: ecco credo che in qualche modo anche i nostri due campioni Alberto Fiorin e Dino Facchinetti non hanno descritto tutte le straordinarie emozioni vissute limitandosi a delle sintesi, sintesi che hanno comunque il pregio di valorizzare l’idea del viaggio lento, l’idea della bicicletta, un viaggiare che è sostenibile, che appartiene al domani e che è ricco di suggestioni, idee ed emozioni”, ha concluso Ciambetti.