Un inganno pericoloso e sofisticato che sta prendendo piede tra le organizzazioni criminali, un fenomeno che sta crescendo in tutta Europa e che dimostra quanto la tecnologia possa essere utilizzata per scopi malintenzionati.
Un audio che sembrava autentico, una voce che tremava come se fosse stata quella della sua amata figlia, e una madre che, tra le lacrime, ha ceduto a una truffa crudele. È la storia di Luciana Gaiotto, un’anziana di 84 anni di Treviso, vittima di un raggiro sofisticato che ha sfruttato le potenzialità dell’intelligenza artificiale.
Tutto è cominciato con una telefonata. “Mamma, mamma, mio marito ha fatto un incidente”, una frase pronunciata con voce incrinata, piena di disperazione. Una richiesta di aiuto che ha convinto Luciana a consegnare 30mila euro ai truffatori, ignara del fatto che dietro quella voce si nascondesse una clonazione digitale realizzata tramite intelligenza artificiale.
La voce, che sembrava quella della figlia, è stata campionata attraverso l’intelligenza artificiale, un’operazione che oggi può essere effettuata con applicazioni già in commercio. Questi software sono in grado di ricreare fedelmente il timbro e il tono di una persona, anche partendo da pochi secondi di registrazione. È una tecnologia che si sta diffondendo anche in Italia, dove i truffatori utilizzano contenuti pubblicati sui social o registrazioni telefoniche per raccogliere informazioni sulle voci delle vittime e dei loro familiari. Il risultato è una clonazione vocale incredibilmente realistica che può trarre in inganno anche le persone più attente.
Secondo una ricerca condotta da Starling Bank, nel 2024 circa un terzo dei truffati è stato raggirato tramite tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Questi crimini non sono più frutto di azioni sporadiche, ma di vere e proprie organizzazioni criminali ben strutturate. A confermarlo è il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Treviso, Stefano Mazzanti, che ha spiegato come dietro ogni truffa ci sia una rete di persone incaricate di selezionare le vittime, raccogliere il denaro e persino recarsi fisicamente nelle case degli anziani, spesso per ridurli psicologicamente allo stremo e ottenere il maltolto.
Grazie alla prontezza di Luciana Gaiotto, che ha contattato subito l’altra figlia scoprendo che la storia dell’incidente era una bugia, i carabinieri di Treviso sono riusciti a risalire ai responsabili del raggiro. Lunedì scorso, grazie alla collaborazione della vittima, è stato arrestato un uomo di 55 anni originario della Campania, già noto per un altro raggiro ai danni di una 93enne di Zero Branco. L’uomo, che utilizzava un alloggio a Mira, nel Veneziano, come base per le sue operazioni, è stato rintracciato anche grazie alle telecamere di videosorveglianza della zona. Nella sua abitazione sono stati sequestrati gioielli e circa 40mila euro in contante, una somma che stava impedendo al truffatore di tornare a casa, dato l’ingente ammontare.
Luciana, visibilmente scossa, ha raccontato di essersi sentita “tradita” e “umiliata” dalla truffa, e di essere stata sopraffatta dalla vergogna di aver creduto alla menzogna dei truffatori. La scoperta del raggiro è avvenuta solo quando è riuscita a parlare con la figlia, scoprendo che l’incidente non era mai avvenuto e che la voce al telefono era stata una manipolazione tecnologica.
Questa truffa ha messo in evidenza l’inganno pericoloso e sofisticato che sta prendendo piede tra le organizzazioni criminali, un fenomeno che sta crescendo in tutta Europa e che dimostra quanto la tecnologia possa essere utilizzata per scopi malintenzionati.