Poveri per il Fisco, ricchissimi su internet. Così, da una parte intascavano il reddito di cittadinanza dall’altra erano titolari di conti di gioco online, utilizzati di continuo per scommettere su eventi sportivi o per tornei di poker o altri giochi da tavolo. Conti su cui erano accreditate, in alcuni casi, somme di denaro “per centinaia di migliaia di euro”, racconta la Guardia di finanza. Eppure, si dichiaravano indigenti: come il 66enne di Sarmede che, ‘dimenticando’ di dichiarare disponibilità economiche derivanti da vincite al gioco per oltre 255.000 euro, ha percepito indebitamente 18.500 euro di reddito di cittadinanza. Ma c’è stato anche il caso di una 50enne di Conegliano, che ha omesso di dichiarare disponibilità economiche in un paese dell’Europa orientale per oltre 310.000 euro, e di due donne straniere residenti nella castellana che non avevano dichiarato i redditi percepiti per la loro attività di badanti: tutte hanno intascato il Reddito di cittadinanza. Sono solo alcune delle 70 posizioni irregolari scoperte dai controlli della Guardia di finanza di Treviso sui beneficiari del Reddito di cittadinanza. Per un totale di 440.000 euro percepiti illegalmente. Sono state stanate analizzando le autodichiarazioni di chi aveva chiesto e ottenuto il Reddito di cittadinanza con uno speciale sistema che ha incrociato le informazioni di diverse banche dati (tra cui il portale “Cliclavoro Veneto“, messo a disposizione dalla Regione Veneto e da Veneto Lavoro grazie a un protocollo siglato con la Gdf nel 2019) sugli stati di famiglia. Diverse dunque le violazioni accertate, riferisce la Gdf in una nota. Per molti mancava il requisito della residenza (deve esserci -e continuativa- da almeno 10 anni).
In altri casi poi, gli approfondimenti della Gdf hanno evidenziato chi non indicava nella Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) i redditi da vincite al gioco online (alcune ottenute nel periodo in cui il Reddito di cittadinanza veniva già percepito, ma non comunicate all’Inps perchè altrimenti il benefit sarebbe decaduto). Poi ci sono stati casi di omessa dichiarazione di informazioni reddituali rilevanti (come i redditi percepiti, anche per attività di lavoro dipendente), e disponibilità immobiliari, o di mancata comunicazione all’Inps di variazione delle condizioni che davano diritto al Reddito di cittadinanza, come l’aver iniziato un’attività lavorativa oppure aver modificato la composizione del proprio nucleo familiare. E’ stato tutto segnalato all’Inps per per l’avvio delle procedure di revoca del beneficio e restituzione delle somme indebitamente percepite (440.000 euro appunto), con denunce dei responsabili alla Procura di Treviso (l’indebita percezione del beneficio è punita con la reclusione da due a sei anni, nei casi di presentazione di dichiarazioni attestanti cose non vere, e da uno a tre anni, per omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, successive alla presentazione della dichiarazione, ricorda la Gdf). L’intervento fa seguito a quello analogo, concluso a ottobre 2021, che portò alla denuncia di 116 persone e al recupero oltre 700.000 euro. Salgono così a 186 i denunciati nella Marca, che hanno indebitamente percepito oltre 1,1 milioni di euro.