In un periodo, in cui le aziende non trovano personale, i percettori di reddito chiedono di non essere abbandonati, aumenta la disoccupazione e si stanno perdendo alcuni mestieri manuali, spicca la storia di un imprenditore veneto, Elia Stevanato che, intervistato da Le Iene, racconta di essere stufo di non trovare operai per la sua azienda in provincia di Venezia e lancia ancora una volta un appello alla fascia d’età compresa tra i 20 e i 40 anni. Con un cartello provocatorio esposto davanti alla cancellata della sua ditta con su scritto: “Hai voglia di lavorare? Entra, cerchiamo operai”, l’imprenditore chiede ai giovani di farsi avanti.
Alla Iena De Vitiis l’imprenditore racconta di non trovare manovali e di avere la maggior parte dei dipendenti provenienti dal sud Italia, disposti ad essere trasfertisti pur di avere un lavoro onesto e dignitoso. 2000 euro al mese netti e nessuno si candida, come è possibile?
“È cambiata la generazione” afferma Elia Stevanato. “Mi avessero chiesto a 19 anni di andare a lavorare per 2000 euro al mese, girando per l’Italia e imparando un mestiere che gli altri non ti insegnano, ci sarei andato subito e avrei fatto di tutto per prendere quel posto. Un ragazzo senza curriculum a 19 anni si è presentato, gli ho spiegato tutto ma alla fine è sparito”.
Ma in cosa consiste questo impiego tanto snobbato?
La mansione è quella di operaio nelle infrastrutture, per la creazione di giunti nelle strade, blocco infiltrazioni d’acqua in tutta Italia. Un lavoro di fatica ma anche di testa.
Il salario viene proposto a fronte di 8 ore di lavoro in trasferta per l’Italia, pranzo pagato con un surplus di 12 euro, cena pagata invece per 15 euro. Una proposta che all’apparenza risulta essere dignitosamente retribuita. Allora per quale motivo i giovani scappano davanti ad un lavoro simile?
La Iena si è quindi prestata a testare una giornata lavorativa con quest’azienda e, seguendo le indicazioni del capo squadra e dei suoi “nuovi colleghi”, parte per raggiungere il posto di lavoro a Venezia.
“Noi meridionali partiamo dal sud per lavorare e arriviamo qui al nord. Ogni 10 giorni si scende a casa per tre giorni, venerdì, sabato e domenica, e il lunedì si riparte. Mia moglie capisce che faccio questa vita per necessità” spiega uno degli operai. Arrivati al cantiere, al porto di Venezia in piena laguna, inizia la giornata lavorativa per la creazione di un giunto stradale che avrà il compito di evitare infiltrazioni nell’asfalto dando maggior sicurezza alla struttura. E tra rottura di asfalto, preparazione dell’impasto del cemento, gettate, uso del demolitore e spostamento di massi pesanti, le otto ore lavorative passano spezzate da una piacevole pausa pranzo tra goliardiche battute tra colleghi. La tipologia di lavoro sembra essere faticosa ed è fondamentale avere una certa lucidità per usare determinati attrezzi, ma ciò che emerge è il grande senso del dovere degli operai, l’onore di conoscere un lavoro utile alle aziende e alla comunità, onore che i giovani non riescono a comprendere, attratti da false illusioni di lavoro facili su internet. Il gruppo di lavoro risulta essere compatto, collaborativo, unito come una vera squadra con un obiettivo comune. C’è chi è lontano dalla famiglia per l’intera settimana e chi, dopo 25 anni di carriera, andrà a breve in pensione ma in entrambi i casi sul volto di queste persone si legge l’onore di essere stato utile e prezioso nella propria vita. “Se tutti i ragazzi che ho incontrato fossero stati così curiosi e volenterosi come te oggi, avrebbero imparato subito” dichiara un dipendente. “Non siate timidi, mettetevi in gioco, datevi da fare, imparate un mestiere. Se no rimarrete sempre al palo. Dovete diventare indispensabili per le imprese. Qui tra poco andrà in pensione un collega e siamo tutti sopra i 40 anni. Dov’è la fascia dai 20 ai 40 anni? C’è troppa gente che fa soldi facili. Questa è realtà che bisogna sfatare. Ho moglie e due figli. Se non mi do da fare che si mangia? Tanti lavori manuali si stanno perdendo e non tutti possono essere calciatori. Qualcuno che si sporca le mani ci deve pur essere”.
Video de Le Iene
Laura San Brunone
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