Il fatto sta facendo il giro del web e sta avendo spazio anche sulle cronache nazionali dei maggiori quotidiani italiani. E non fa certo onore alla regione definita la locomotica economica dello stivale e a una delle città più belle del mondo.

Un episodio di insulti razzisti e omofobi ha sconvolto un gruppo di studenti napoletani in gita a Venezia. L’increscioso fatto è stato raccontato da Mariarosaria Stanziano, dirigente dell’Istituto Archimede di Napoli, che ha accompagnato una scolaresca nella città lagunare per partecipare a un ballo storico il 21 dicembre.

In un post su Facebook, Stanziano ha condiviso la sua delusione per gli insulti rivolti ai suoi alunni, un gruppo di venti ragazzi tra i 14 e i 18 anni, che stava vivendo un’esperienza unica. Nonostante il viaggio e l’evento fossero stati un’opportunità di crescita culturale, l’esperienza è stata macchiata da “cori razzisti e omofobi” che hanno colpito i ragazzi, accusati di essere “gay, checche o troie” per via degli abiti storici indossati, tipici di un ballo d’epoca, o per l’accento napoletano che li contraddistingueva.

La dirigente ha definito l’attacco come “assurdo” e “ingiustificato”, spiegando che i ragazzi erano “buoni, tranquilli, rispettosi, solari, allegri e sorridenti”, e che non meritavano di essere bersaglio di un simile odio. “È stato un enorme motivo di orgoglio per me vedere i miei alunni, provenienti da un quartiere difficile come Ponticelli, ballare con ragazzi di tutta Italia in un hotel di lusso”, ha commentato Stanziano. Tuttavia, la sua gioia è stata offuscata dagli insulti ricevuti, che hanno riguardato anche l’origine meridionale dei ragazzi.

La dirigente ha riferito di aver già informato l’assessore alla scuola della Regione Campania e di voler inviare una lettera aperta al sindaco di Venezia e al governatore della Regione Veneto Luca Zaia per denunciare l’accaduto. La dirigente Stanziano ha sottolineato che nulla potrà cancellare il valore dell’esperienza vissuta dai ragazzi, che hanno partecipato con entusiasmo all’evento e che sono stati trattati con grande dignità durante la loro visita.

L’episodio ha suscitato una vasta solidarietà, mettendo in luce ancora una volta la necessità di combattere il razzismo e l’omofobia, fenomeni che non dovrebbero mai trovare spazio in una società civile, soprattutto nei confronti di giovani che sono portatori di una cultura di rispetto e inclusività.

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